HomeCocktail RicetteStanco dei low alcool? Ecco i 5 cocktail più alcolici del mondo

Stanco dei low alcool? Ecco i 5 cocktail più alcolici del mondo

D’accordo, ora c’è la tendenza dei drink low alcool o zero alcool, però i classici dalla gradazione “sostenuta” non passano mai di moda. Ma ti sei mai chiesto quali siano i cocktail più alcolici in assoluto?

Parliamo ovviamente di cocktail “veri”, realizzati secondo ricette storiche ed equilibrate, non di “intrugli spaccabudella” per “scassarsi” il sabato sera, che nulla hanno a che vedere con la cultura del buon bere. Perché, è bene ribadirlo, anche quando si parla di drink “decisamente alcolici”, la regola è sempre la stessa: meglio berne uno in meno, ma bere bene.

Vediamo allora quali sono i 5 cocktail più alcolici del mondo.

Zombie di Mosè Giordani del Rex, Firenze (foto Nicole Cavazzuti)

Zombie

Cocktail leggendario a base di (tre) rum, fra i simboli della miscelazione tiki, lo Zombie è noto per la sua incredibile potenza alcolica. Inventato negli anni ’30 da Donn Beach, alias Don the Beachcomber, questo drink prende il nome proprio dal fatto che il suo elevato contenuto di alcool sarebbe in grado di “resuscitare i morti”. Tanto che, si racconta, lo stesso Donn Beach aveva imposto la regola di non servire ai clienti del suo locale più di due Zombie a sera.

La ricetta Iba dello Zombie

Tecnica:
Blender

Bicchiere:
Tumbler alto

Ingredienti:
45 ml rum giamaicano scuro
45 ml rum portoricano ambrato
30 ml rum Demerara
20 ml succo fresco di lime
15 ml Falernum
15 ml Donn’s Mix* (2 parti di succo di pompelmo giallo o rosa e 1 parte di sciroppo di cannella)
1 bar spoon sciroppo di granatina
1 goccia Angostura bitters
6 gocce Pernod
170 gr ghiaccio tritato

Garnish:
Germoglio di menta

Preparazione: frullare tutti gli ingredienti per circa 10 secondi, quindi servire nel bicchiere.

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Sazerac del Baccano, Roma

Sazerac

Il Sazerac, originario di New Orleans, è uno dei cocktail più antichi d’America e anche uno dei più potenti. Nato nel XIX secolo, è oggi uno dei simboli della città della Louisiana, dopo la sua riscoperta negli anni Duemila sull’onda della “Seconda Golden Age della mixology”.

La ricetta Iba del Sazerac

Tecnica:
Stir and Strain

Bicchiere:
Old fashioned

Ingredienti:
50 ml cognac
10 ml assenzio
1 zolletta di zucchero
2 gocce Peychaud’s Bitters

Garnish:
Scorza di limone

Preparazione: bagnare il bicchiere Old fashioned ghiacciato con l’assenzio, aggiungere ghiaccio tritato e metterlo da parte, quindi mescolare gli altri ingredienti con ghiaccio e mettere da parte anch’essi, infine eliminare il ghiaccio e l’assenzio in eccesso e filtrare il cocktail nel bicchiere.

martini
Vesper Martini (foto @questoeilmassimo)

Vesper Martini

Creato dallo scrittore Ian Fleming per il suo James Bond (che, come noto, lo richiede “agitato, non mescolato”), il Vesper Martini è un cocktail elegante e fortissimo, grazie all’uso combinato di gin e vodka.

La ricetta Iba del Vesper Martini

Tecnica:
Shake and Strain

Bicchiere:
Coppetta Martini

Ingredienti:
60 ml gin
15 ml vodka
7,5 ml Lillet Blanc (al posto del Kina Lillet della ricetta originale, oggi non più disponibile sul mercato)

Garnish:
Twist di limone

Aviation

Aviation

L’Aviation è un cocktail classico a base di gin, noto per il suo forte tenore alcolico e il suo affascinante colore blu chiaro. Proprio il colore, che ricorda quello del cielo, ne avrebbe ispirato il nome, essendo questo drink nato negli anni ’10 del Novecento, epoca d’oro dell’aviazione.

 

La ricetta Iba dell’Aviation

Tecnica:
Shake and Strain

Bicchiere:
Coppetta a cocktail

Ingredienti:
45 ml gin
15 ml maraschino
15 ml succo di limone fresco
1 bar spoon crème de violette

Garnish:

Ciliegina da cocktail (opzionale)

Alaska

Alaska

Unico di questa rassegna, l’Alaska non fa parte dell’attuale lista ufficiale dei cocktail Iba, che lo ha incluso solo nella prima edizione della sua codifica, in vigore dal 1961 al 1986. E’ comunque un classico, dato che la prima versione della ricetta fu pubblicata nel 1913 nello “Straub’s manual of mixed drinks”, anche se quella adottata da Iba si ispirava alla variante divulgata da Harry Craddock nel 1930. Il nome è un riferimento all’omonimo Stato americano, che gli Stati Uniti acquistarono dalla Russia nel 1912 e che divenne subito dopo uno dei territori della “corsa all’oro”, dove i cercatori di pepite, alla fine di una giornata di duro lavoro, non lesinavano certo sull’alcool per i loro drink.

La ricetta Iba (1961) dell’Alaska

Tecnica:
Shake and Strain

Bicchiere:
Coppetta Martini

Ingredienti:
45 ml gin
15 ml Chartreuse gialla

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Stefano Fossati
Stefano Fossati
Redattore del tg Bluerating News, collaboratore delle testate economiche di Bfc Media, di Mixer Planet e naturalmente del Magazine ApeTime.

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