L’ultima scure sulle già martoriate attività dei baristi arriva, a Parma, niente meno che da alcuni controlli dei vigili urbani.
“Nelle ultime settimane sono iniziati ad arrivare ad alcuni esercenti dei verbali per <chiusura non autorizzata> – dice Stefano Cantoni della Confesercenti Parma – Abbiamo locali che sono stati multati per verifiche effettuate solo pochi minuti dopo l’orario di apertura dichiarata; probabile ci siano finiti in mezzo anche quelli che magari erano semplicemente in lieve ritardo sull’apertura per l’effettuazione di qualche commissione, o che semplicemente avevano dovuto chiudere momentaneamente la porta del bar perché erano di sotto in magazzino”.
Sanzioni comminate dai vigili urbani che ispezionavano i bar per effettuare i controlli del Green Pass. Una situazione che appare paradossale soprattutto se riferita al periodo in cui le multe sono state date, nelle ultime settimane del 2021, in piena quarta ondata Covid quando molti baristi erano malati, di clienti ne giravano pochi, e soprattutto – lamenta l’associazione di categoria – senza la possibilità di un minimo di confronto diretto tra il barista e il vigile.

“In Emilia Romagna – prosegue Cantoni – dal 2016 è stata istituita la possibilità della <diffida amministrativa> per le infrazioni più lievi, per cercare di ridurre i conflitti e incentivare una positiva collaborazione tra attività commerciali e vigilanza. Come associazioni di categoria avevamo scritto a tutti gli enti di controllo per applicare questa procedura, che avrebbe garantito l’apertura di un dialogo invece di una misura punitiva di questo genere (multa secca di 326 euro, se pagata subito, o doppia se pagata oltre i 5 giorni, recapitata <al buio>). La maggior parte dei Comuni e anche l’Ausl aderirono all’utilizzo della diffida amministrativa, ma il Comune di Parma no, ed eccone i risultati. Un atteggiamento che non riusciamo a spiegare se non con l’esigenza di “fare cassa” o arrotondare i numeri dei verbali effettuati nell’anno 2021 che stava terminando. Confesercenti in seguito a questa ondata di sanzioni ha avvisato i propri soci di prestare la massima attenzione ed è tornata a chiedere, per situazioni di questo genere, l’applicazione della diffida amministrativa anche al Comune di Parma, ma ad oggi – chiude Cantoni – purtroppo non è pervenuta nessuna risposta”.




