HomeCuriositàBevande tradizionali della Croazia: secondo episodio

Bevande tradizionali della Croazia: secondo episodio

La tradizione vitivinicola croata: un viaggio tra storia e sapori

Nella precedente puntata del viaggio alla scoperta delle bevande tradizionali della Croazia, abbiamo visto come la coltivazione della vite in Croazia si sia sviluppata nel corso dei secoli: vini croati oggi di numerose tipologie e di buona qualità grazie sia all’accurata selezione delle uve da impiegare sia ai benefici influssi del clima mediterraneo.

La storia della viticoltura in questa terra infatti affonda le sue origini nel V secolo a.C., quando i Greci (soprattutto Traci provenienti dall’odierna Grecia settentrionale) arrivarono sulle attuali coste croate: lo sviluppo della produzione però lo si deve soprattutto all’Impero Romano e, durante il medioevo, al clero. Cultura vitivinicola locale che quindi oggi è assai sviluppata: per tale motivo, in questo nuovo articolo, parleremo di altri tre prodotti tipici ottenuti dalla vite.

Moscato di Momiano: un simbolo istriano

Moscato di Momiano: un simbolo istriano.
Castello di Momiano

Una cittadina tra le colline istriane

Partiamo da Momjan, in italiano Momiano, ovvero una piccola cittadina situata tra le colline istriane a pochi chilometri dal confine sloveno: un’area il cui microclima favorisce la coltivazione di diversi prodotti quali, ad esempio, le olive, la verdura e soprattutto l’uva, motivo per cui questo territorio è conosciuto come l’impero del moscato.

La vicinanza geografica unita alle forti influenze culturali qui esercitate ha portato gli studiosi a ritenere che siano stati gli italiani a piantumare per la prima volta nella penisola istriana questo vitigno attorno al 1200.

Il territorio e il clima favorevole

Il clima favorevole ha fatto quindi in modo che la vite si adattasse al terreno producendo una varietà di uva diversa da tutte le altre: da qui un vino unico nel suo genere. Gli acini del moscato di Momiano sono grandi e verdi, diventando gialli una volta raggiunta la maturazione: sono caratterizzati da una forma tonda leggermente schiacciata e da una buccia molto spessa. La germinazione comincia alla fine di marzo, mentre ad inizio estate vi è la fioritura.

Vendemmia e utilizzo del Moscato di Momiano Il moscato di Momiano uva nel vitigni istriani

La vendemmia si effettua manualmente, inizia tra la fine di agosto e le prime due settimane di settembre: il vino che si ottiene è dolce, di colore giallo paglierino e particolarmente profumato.

Il moscato di Momiano viene spesso offerto all’inizio dei pasti assieme a formaggi e salumi locali: si usa anche per inzuppare i biscotti o le torte secche. Dato che si tratta di una varietà di uva che necessita di molte cure ed è spesso soggetta alle malattie che colpiscono le viti, negli anni è stata in parte abbandonata dai produttori istriani a favore di varietà più resistenti: uve che, dal punto di vista aromatico, danno vita a prodotti in grado di dare continuità a questa tradizione.

Plavac Mali: il fiore all’occhiello della Dalmazia

Un vino celebrato dalla tradizione

Una delle canzoni popolari più celebri della Dalmazia invece, a dimostrazione della lunga e rinomata tradizione vitivinicola del territorio per cui è famoso fin dai tempi in cui l’Adriatico era crocevia di imperi e repubbliche marinare, inizia con questo verso: “Xe meio un bicèr de dalmato / che l’amor mio…”.

La produzione nella penisola di Pelješac

penisola di Pelješac vista area della costa
Penisola di Pelješac

In questo dedalo di arcipelaghi sferzati dal vento, la penisola di Pelješac rappresenta da sempre il fiore all’occhiello della viticoltura locale: dai suoi pendii carsici a picco sul mare arrivavano i vini che l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria serviva ai suoi ospiti. Questi erano il frutto della varietà autoctona di uva denominata plavac mali e nota sia per essere ricca di aromi sia per l’elevato contenuto di alcol e tannini.

Processi di produzione e caratteristiche del Plavac Mali plavac mali nel vigneto

Il processo produttivo prevede che, dopo aver lasciato il mosto d’uva appena schiacciato a contatto con le bucce in un ambiente fresco per impedire la fermentazione, il mosto venga filtrato e cotto fino ad ottenere un liquido denso e altamente zuccherino, che può essere conservato per lunghi periodi, anche superiori all’anno. Con l’invecchiamento e la sedimentazione, il colore passa dal rosso sangue ad una tonalità simile a quella del caramello scuro: l’aroma è forte e dolce, con un sapore fruttato e note di miele.

Utilizzo in cucina

Questo vino è ideale anche come condimento per alcune tipologie di carni, tanto che viene considerato un ingrediente indispensabile nella preparazione di un piatto tradizionale locale chiamato paštičada (un brasato di manzo in salsa agrodolce) e di dolci tipici come il mantala (realizzato con mosto d’uva, bucce d’arancia, pinoli, mandorle, chiodi di garofano e coriandolo).

Sansigot: il vino dell’isola di Susak

vista aerea dell'isola di Susak
Isola di Susak

Un vitigno in via di estinzione

Lo Sansigot (in croato: Sušćan) è invece una varietà di uva in via di estinzione: un tempo era molto diffusa soprattutto nell’isola di Susak (in italiano: Sansego), il cui nome deriva dal greco sansegos, termine che significa origano, ovvero una delle coltivazioni più antiche di questo territorio insulare.

La storia della viticoltura a Susak

Susak, dalla seconda metà dell’800 fino agli anni cinquanta del secolo scorso, è stata conosciuta come “vigneto galleggiante” in quanto il 95% delle coltivazioni veniva destinato alla viticoltura e qui si realizzava un quinto di tutta la produzione vinicola dell’area settentrionale della Croazia.

In seguito però, durante gli anni di Tito, l’industrializzazione divenne una priorità per la nazione: fu così che gli abitanti delle aree rurali dovettero abbandonare le loro terre e migrare nelle grandi città. Le poche persone rimaste sulle isole non abbandonarono la viticoltura, ma oggi numerosi vitigni autoctoni sono stati sostituiti da uve più conosciute, che sul mercato hanno una domanda maggiore e i vini ottenuti sono più facili da commercializzare anche all’estero.

Caratteristiche del Sansigot Sansigot vino rosso croato

Uva Sansegot dalla quale si ottiene un vino rosso a bassa gradazione alcolica dagli intensi riflessi rubino e un aroma fruttato. Viene impiegato principalmente come bevanda da pasto: si accompagna bene soprattutto con i formaggi stagionati, le carni e alcuni piatti di pesce.

Il rilancio della viticoltura croata

Tre vini, quelli dei quali abbiamo parlato in queste righe, che oggi rappresentano dei prodotti di nicchia in un settore che offre un ventaglio davvero molto ampio di referenze, frutto del lavoro di numerosi piccoli imprenditori che, dopo la fine del regime comunista di Tito e la guerra dei Balcani, hanno saputo ridare lustro anche internazionale alla plurisecolare cultura vitivinicola croata.

Le bevande tradizionali della Croazia rappresentano un autentico viaggio tra sapori, storia e cultura, un’esperienza che celebra la ricchezza e la diversità enogastronomica di questo splendido Paese. Ogni bicchiere racconta una storia unica che merita di essere assaporata. Se ti è piaciuto scoprire i tesori della Croazia, ti invitiamo a esplorare altre curiosità sulle bevande tradizionali di tutto il mondo, già pubblicate sul nostro magazine ApeTime. Lasciati ispirare da sapori esotici e storie affascinanti: il viaggio nel mondo delle tradizioni non finisce qui!

Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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