100 milioni di Brindisi con spumanti italiani: questo il dato saliente delle feste secondo Coldiretti e un suo studio pubblicato a cavallo di fine anno sulla base di dati Ismea-Uiv e Ixe’.
Non si parla solo dei brindisi di Capodanno, ma di tutti quelli delle feste in cui gli italiani hanno chiaramente espresso la propria preferenza per lo spumante italiano, tanto è vero che il consumo di Champagne è invece calato dell’otto per cento.
Ottima la tenuta, o per meglio dire la crescita, anche all’estero, dove il saldo positivo rispetto al 2023 ha superato il 9% in valore (analisi questa volta su dati Istat).
In crescita tutti i principali mercati a partire dagli Stati Uniti con un rotondo più 15%, poi Germania con più 6%, Gran Bretagna più 3%, un 7% in Francia che vale doppio perché realizzato il casa transalpina, e perfino un notevolissimo più 62% in Russia.
A fare la parte del leone in questi numeri è sempre il Prosecco che incide circa per il 70%; ma vi sono anche tanti altri piccoli marchi sempre più rappresentati: non solo grandi nomi e grandi aziende, ma anche piccole realtà locali che sempre più vengono apprezzate.
Sono quasi novanta le denominazioni di origine controllata, protetta e garantita di spumante italiano, un successo decisamente in contro la tendenza rispetto alla crisi che spesso coinvolge diversi rossi.
Lo spumante italiano viene prodotto tramite “metodo champenoise”, oggi detto “metodo classico”, adottato in Italia nell’Ottocento; e con il “metodo charmat” da cui viene in particolare il Prosecco, dominatore del mercato nell’ultimo decennio.
Prendendo in considerazione tutto il mondo, si stima siano in tutto 355 milioni le bottiglie italiane che sono state stappate per i brindisi; principale competitor è come sempre lo champagne, ma sta entrando un terzo incomodo, che sono i cocktail, in particolare quelli a base di spumante, su tutti lo Spritz, che sempre più conquista spazi di mercato anche in occasioni tradizionali come quelle delle feste.




