Federico Gordini (MWW Group): “Un errore politico che può avere conseguenze gravissime”
Un primo trimestre 2025 già critico per i consumi fuori casa
Nel primo trimestre del 2025, il comparto HoReCa ha registrato un netto calo dei consumi fuori casa. Una situazione già tesa, aggravata da un errato approccio comunicativo sulla riforma del Codice della Strada e da un clima di crescente preoccupazione per le etichette allarmistiche sui prodotti alcolici, simili a quelle del tabacco. A tutto ciò si aggiunge ora l’annuncio dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull’introduzione di dazi del 20% sulle importazioni europee: una misura che colpisce duramente il comparto agroalimentare, e in particolare l’industria del vino italiano.
L’allarme di Gordini: “una guerra commerciale dai risvolti globali”
Federico Gordini, presidente di Milano Wine Week e figura di riferimento per il settore vinicolo italiano, non usa mezzi termini per commentare le ultime dichiarazioni provenienti da Washington: “I dazi del 20% annunciati da Trump sono un gravissimo errore politico del Presidente americano, che innesca una guerra commerciale con ripercussioni sulle principali economie mondiali. Un ennesimo atto autoritario, comunicato con i consueti toni inaccettabili, che dovrebbe preoccupare prima di tutto gli stessi cittadini americani.”
Colpiti anche birra e alcolici: le PMI nel mirino
Il piano tariffario annunciato da Trump prevede un aumento dei dazi sulla birra fino al 25% e una tassazione del 20% per tutti gli altri prodotti a base di alcol.
Le piccole e medie imprese, che rappresentano una fetta significativa delle esportazioni italiane verso gli USA, rischiano di essere le prime a soffrire di questo irrigidimento commerciale. Il rincaro dei prezzi a scaffale potrebbe disincentivare i consumatori americani, causando una contrazione della domanda proprio nei segmenti premium dove il vino italiano è leader.
L’UE deve reagire in modo unitario e deciso
Gordini invoca una reazione forte e coesa da parte delle istituzioni europee. “Serve una risposta comune e molto determinata da parte dell’Unione Europea – dichiara – a tutela di tutti i settori colpiti.
Occorre non solo replicare con misure adeguate ma anche attivare canali diplomatici che consentano una de-escalation del conflitto commerciale. Parallelamente, bisogna lavorare su nuovi accordi con mercati emergenti, eliminando le disparità di trattamento tra i Paesi membri dell’UE.”
Le politiche protezionistiche penalizzano tutti
La storia dimostra che i dazi raramente portano benefici a lungo termine. Gordini cita alcuni esempi emblematici: dalle tariffe imposte durante l’amministrazione Trump su lavatrici e acciaio, alle misure protezionistiche di fine ’800 sotto William McKinley che provocarono inflazione, fino alle tristemente famose tariffe Smoot-Hawley degli anni ’30, che contribuirono ad aggravare la Grande Depressione.
“I dazi – conclude – sono una scelta miope e populista, che danneggia non solo chi li subisce, ma anche chi li impone.”
Una sfida epocale per il vino italiano e per l’export europeo
Il comparto vinicolo rappresenta uno dei simboli dell’eccellenza italiana nel mondo. Con oltre 7 miliardi di euro di export l’anno, il vino made in Italy è il portabandiera del nostro agroalimentare.
Misure protezionistiche come quelle annunciate rischiano non solo di ridurre drasticamente i volumi verso gli USA, ma anche di indebolire la competitività internazionale del settore. Per questo serve un’azione immediata e strategica, che coinvolga politica, imprese e istituzioni.
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