Nel cuore più silenzioso del Bugey, tra le colline calcaree dell’Ain, il Domaine d’Ici Là rappresenta una delle voci più interessanti dei vini artigianali francesi contemporanei. Fondato nel 2018 da Adrien Bariol, il domaine unisce sensibilità agricola, rispetto per il territorio e vinificazioni spontanee. Ne nascono vini freschi, nitidi, capaci di raccontare l’identità alpina con precisione e naturalezza.
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Un territorio che parla da sé: il cuore discreto del Bugey
Il Bugey è una regione che rimane spesso ai margini della notorietà, e proprio per questo conserva un fascino raro. Il paesaggio alterna pendii scoscesi, rocce calcaree e una ventilazione che accompagna maturazioni lente e regolari. Tra Lhuis e Montagnieu, il Domaine d’Ici Là coltiva circa sei ettari di vigne in pendenza, un’eredità che si riallaccia al lavoro dello storico vignaiolo Patrick Charlin.
Il legame con il suolo è evidente già nel profilo delle varietà tipiche della zona: Altesse, Mondeuse, Chardonnay, Jacquère e Gamay. Il calcare affiora in ogni sorso, regalando freschezza, pulizia aromatica e una mineralità che firma lo stile della casa. Un approfondimento sulla crescita dei piccoli produttori è disponibile nella sezione dedicata al vino su ApeTime Magazine
L’approccio di Adrien Bariol: vini essenziali e trasparenti
Adrien Bariol conduce il domaine seguendo una linea chiara: intervenire il meno possibile, in vigna e in cantina. L’agricoltura è biologica, le rese sono contenute e la raccolta avviene esclusivamente a mano. L’obiettivo è preservare integralmente la materia prima, lasciando che ogni vigneto trovi il proprio equilibrio.
Fermentazioni spontanee e interventi minimi
- fermentazioni spontanee con lieviti indigeni
- nessuna filtrazione
- solforosa in dosi minime
- affinamenti in cemento, acciaio o metodo classico
Scelte che puntano a un vino nitido, diretto, privo di artifici.
Le etichette del Domaine: identità e finezza
La produzione del Domaine d’Ici Là riflette una mano precisa ma mai invadente. Ogni etichetta racconta un aspetto diverso del territorio.
Metodo Classico e Bianchi
Brut Nature
Assemblaggio di Mondeuse, Altesse, Jacquère, Pinot Noir e Gamay. Un metodo classico non dosato, verticale e teso, con una mineralità ben definita.
Altesse 2022
Uva Altesse in purezza, coltivata su pendii ricchi di calcare. Profilo elegante, floreale, con una chiusura sapida che richiama l’ambiente alpino.
Lithos 2023
Chardonnay lineare, pulito, dalla forte impronta minerale. Un bianco che interpreta in modo diretto il carattere dei suoli del Bugey. Un confronto interessante con altri bianchi territoriali è disponibile qui: Vini naturali frizzanti: la linea OMG di Gsellmann
Rossi e Macerati
Mondeuse 2023
Interpretazione fresca e speziata del vitigno savoiardo, con un frutto croccante e una trama viva.
Les Oubliés 2022
Pinot Grigio, Altesse e Chardonnay con 21 giorni di macerazione e affinamento in cemento. Struttura e intensità senza eccessi, con una bella componente materica.
Les Noirettes 2023
Gamay vinificato in macerazione carbonica. Vino immediato e succoso, ideale per chi ama i rossi agili e luminosi.
Un progetto che guarda avanti
Il lavoro di Adrien Bariol contribuisce alla riscoperta dei territori alpini e delle loro varietà storiche. La sua produzione rappresenta un esempio concreto di come il vino artigianale francese stia evolvendo verso una maggiore trasparenza espressiva, senza rinunciare alla precisione tecnica. Il Bugey, un tempo periferico, sta trovando nuove voci capaci di restituirgli identità e visibilità.
