Un video girato nella Ol Jogi Conservancy, in Kenya, mostra un turista spagnolo mentre versa una birra nella proboscide di un elefante. Le immagini, rimosse dai social dopo lo scandalo, hanno scatenato l’indignazione del Kenya Wildlife Service e del web. Un gesto irresponsabile che mette a rischio non solo gli animali, ma anche la credibilità delle aree protette africane dedicate alla conservazione.
Un episodio che ha indignato il mondo
In Kenya, pochi giorni fa, un turista spagnolo è stato ripreso mentre offriva una Tusker, la birra nazionale più popolare, a un elefante nella riserva naturale Ol Jogi Conservancy nella contea di Laikipia. Nel video si vede l’uomo versare la bevanda direttamente nella proboscide dell’animale, mentre commenta ironicamente la scena con la frase: “Una Tusker condivisa con un amico con le zanne”.
La clip, diventata virale in poche ore, ha suscitato sdegno immediato. Il protagonista del filmato è stato riconosciuto come un habitué di comportamenti simili: lo stesso account social, noto come Skydive_Kenya, aveva già pubblicato contenuti in cui si avvicinava a rinoceronti e altri animali delle riserve, ignorando regole e buonsenso.
L’elefante coinvolto è Bupa, un maschio dalle zanne imponenti e facili da riconoscere per un danneggiamento evidente. La sua storia è nota: salvato in Zimbabwe nel 1989 da un abbattimento di massa, era stato trasferito in Kenya a soli otto anni. Oggi è seguito da vicino ed è considerato un vero ambasciatore della conservazione degli elefanti.
Per chi desidera approfondire il ruolo della birra nella cultura del beverage, ApeTime Magazine dedica uno spazio alla rubrica Birra.
La reazione delle autorità e delle riserve naturali
La direzione della Ol Jogi Conservancy ha definito il gesto “inaccettabile e pericoloso”. Un portavoce ha spiegato alla BBC che agli ospiti non è nemmeno permesso avvicinarsi agli elefanti, proprio per evitare rischi di questo tipo.
Il Kenya Wildlife Service (KWS) ha aperto un’indagine per risalire all’identità del turista e avviare le necessarie azioni legali. Paul Udoto, portavoce dell’agenzia, ha confermato che non si tratta della prima infrazione attribuita a questo individuo.
Anche la biologa keniota Winnie Kiiru, tra le massime esperte di elefanti, ha sottolineato la gravità del gesto: “Il 95% degli elefanti in Kenya vive in libertà. Diffondere immagini che li mostrano come animali addomesticabili crea una percezione sbagliata e mette a rischio sia loro che i turisti”.
Perché il gesto è pericoloso
Versare alcol a un animale selvatico non è una goliardata, ma un atto che può avere conseguenze pesanti:
- Rischi per la salute: anche piccole quantità di alcol possono alterare il metabolismo di un elefante, provocando gravi disturbi.
- Comportamenti anomali: abituare un animale a ricevere bevande o cibo dagli esseri umani lo rende più vulnerabile e aggressivo.
- Danni all’ecosistema: interferire con l’alimentazione di una specie selvatica destabilizza l’equilibrio naturale.
- Immagine negativa del turismo: il Kenya investe molto sul turismo sostenibile e ogni episodio di questo tipo mette a rischio la fiducia dei visitatori e la reputazione delle riserve.
Social media e ricerca di visibilità
Il caso ha avuto eco globale perché diffuso online. Nonostante la rimozione del video e la chiusura dei commenti da parte del turista, la clip era già stata condivisa e commentata in tutto il mondo. I toni dei messaggi non hanno lasciato spazio a fraintendimenti: indignazione, rabbia e richieste di sanzioni esemplari.
L’episodio conferma come la ricerca di popolarità sui social possa spingere alcune persone a superare ogni limite, anche a scapito della tutela ambientale. Le piattaforme digitali hanno una responsabilità sempre più evidente nel gestire contenuti che mostrano comportamenti scorretti verso la fauna selvatica.
Conservazione e responsabilità
La vicenda di Bupa non è solo un fatto di cronaca: richiama l’attenzione sul valore delle riserve africane e sul lavoro quotidiano dei team che proteggono animali e habitat. Realtà come Ol Jogi Conservancy e Ol Pejeta Conservancy rappresentano un presidio fondamentale contro il bracconaggio e i cambiamenti climatici.
Per ridurre il rischio di episodi simili servono controlli più severi, campagne di sensibilizzazione rivolte ai turisti e una collaborazione più stretta con i gestori dei social network. È un impegno che riguarda tutti: governi, operatori turistici e visitatori.
Un messaggio per i viaggiatori
Il turismo naturalistico è una risorsa preziosa per il Kenya e per molti altri Paesi africani. Ma per garantire un futuro a questo modello è indispensabile che chi viaggia rispetti regole, habitat e animali. Gli elefanti non sono attrazioni da spettacolo, ma simboli viventi di un ecosistema che merita rispetto e tutela.
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