Si chiama French Martini ma del Martini non ha proprio nulla. Nemmeno il bicchiere (anche se nessuno vieta di servirlo in una coppetta triangolare). E allora, che drink è? In questo articolo ripassi storia, ricetta e curiosità di un cocktail che …non è un Martini al lampone!
Presente nella lista Iba dal 2011 tra i New Era Drinks, il French Martini è stato creato a New York negli anni ’80, parrebbe in uno dei locali dell’imprenditore Keith McNally (ma ci sono teorie diverse in merito).
Dolce con note di frutti di bosco e ananas, il French Martini è stato chiamato così per via della moda dell’epoca di definire Martini tutti i drink serviti in coppetta. Quanto al termine French, è un’allusione al liquore di mirtilli neri francesi che veniva utilizzato all’epoca, lo Chambord.
French Martini, ricetta
Tecnica:
Shake and Strain Bicchiere:
Coppetta champagne Ingredienti:
45 ml vodka
15 ml liquore ai lamponi (in origine si usava lo Chambord)
15 ml succo di ananas fresco
Decorazione:
Zest di limone (variante, un triangolo di ananas o lamponi)
Chambord Liqueur
Liquore francese dal colore quasi nero e dalla consistenza sciropposa, risale alla fine del 600. Il nome è un omaggio al luogo di produzione, il castello di Chambord, dove si narra sia stato ideato per rendere omaggio a Re Luigi XIV quando vi fece visita. In linea con la storia del liquore, la bottiglia che ricorda il Globo Crucigero tenuto in mano ai tempi dal re.
Prodotto solo con ingredienti naturali e senza aggiunta di additivi o coloranti, lo Chambord è chiamato anche Liqueur Royale de France. Si prepara attraverso una lunga macerazione in Cognac di more e lamponi, miele, scorze d’agrumi, estratto di vaniglia del Madagascar e una miscela di erbe aromatiche.
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it.
Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication.
Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine.
Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.