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Il prosciutto crudo di Marsicovetere diventa presidio slow food

Il prosciutto crudo di Marsicovetere, in Basilicata, entra a far parte dei Presidi Slow food: un prodotto tradizionale suino.

In un periodo storico in cui i prodotti di carne suina vivono una situazione difficile per il diffondersi della peste suina africana, e in una regione italiana nota più che altro per la sua abbondanza di idrocarburi che la rende un po’ il Texas italiano, dunque in piena controtendenza, in Basilicata un prodotto tradizionale suino entra a far parte della famiglia dei Presidi Slow food: si tratta del prosciutto crudo di Marsicovetere.

La storia di questo prodotto, della zona in cui è nato, sopravvissuto e in cui si tenta di rilanciarlo, è quella comune a molti prodotti rurali italiani. Una volta localmente apprezzato e diffuso, è poi pian rimasto vittima dello spopolamento della montagna e dell’abbandono dei lavori tradizionali. Marsicovetere è una località situata a circa 1000 metri sull’Appennino lucano, che è andata incontro a un massiccio spopolando in favore dei centri più a valle, in particolare Villa d’Agri, dove i giovani hanno trovato da lavorare principalmente nell’industria petrolifera. Tra i pochi che sono rimasti, solo uno ha continuato a produrre questo prosciutto professionalmente, è però sempre rimasta una certa tradizione, per le poche famiglie ancora dedite all’agricoltura, ad allevarsi il proprio maiale e a farsi il prosciutto in modo più o meno casalingo.

prosciutto crudo

Il processo produttivo è semplice, la coscia viene salata e insaporita con un composto di pepe e peperone dolce, dopo di che deve esser stagionata 12-22 mesi in ambiente adatto.

Marsicovetere nel Novecento era il luogo dove venivano stagionati non solo i prosciutti delle famiglie locali, ma anche quelli che venivano prodotti nelle campagne e colline a circostanti; e questo per il clima ideale che lo caratterizza, dato dalle costanti brezze dai monti e dalle valli circostanti,

Ora, grazie all’impegno della condotta Slow food Val d’Agri, all’unico produttore superstite se ne è aggiunto un secondo.

“Il riconoscimento del Presidio è il punto di partenza per generare micro filiere che diano opportunità di sviluppo nell’ottica dell’economia sostenibile dell’area – ha detto il presidente Paride Leone – Slow Food Basilicata sarà impegnata nella promozione di azioni di valorizzazione che possano trasformarsi in opportunità di imprenditoria giovanile”.

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Redazione ApeTime
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