Nella nostra carrellata di dolci tipici del periodo natalizio facciamo oggi un salto in Val d’Aosta, dove in alcune aree meridionali della valle, viene tradizionalmente prodotta la micooula (un pane ricco), che è oggi considerato prodotto natalizio, ma che una volta era consumato anche negli altri periodi dell’anno.
Nel 2008 è nata anche un’associazione “Amis d’la Micooula” che riunisce dai giovani volenterosi e desiderosi di mantenere le tradizioni locali legate all’agricoltura, tra le quali anche quella legata alla produzione di questo dolce.
La micooula è una versione arricchita di quello che era il pane tradizionale delle Alpi, fatto con la segale (perchè era più facile da conservare rispetto a quello di grano, e perché la segale era più coltivabile in montagna); nel periodo invernale soprattutto, all’impasto venivano aggiunti anche ingredienti più nobili quali frutta secca, fichi, uva, noci e castagne, tutti insieme o in misure variabili a seconda delle zone e così nasceva la micoola.
Varianti moderne prevedono l’aggiunta di gocce di cioccolato, nocciole, mele o altri prodotti tipici locali o anche room o altri superalcolici aromatici. Ora come una volta la cottura avveniva nei forni a legna e la preparazione coinvolgeva varie famiglie. Fulcro centrale di questa tradizione è il paese di Hone che è anche l’unico a poter utilizzare il nome di micooula, che familiarmente viene invece chiamata “patois” ovvero “piccolo pane un po’ speciale”.
I passaggi per la realizzazione prevedono di mescolare il 50% di farina di segale e grano, impastare e far lievitare, unire la frutta secca e creare le pagnotte in forma piccole sfere tonde grandi circa come una mano aperta. Le porzioni così preparate poi si schiacciano e si infornano lasciandole in cottura un’oretta. Ogni anno a Hone attorno all’8 dicembre viene realizzata la festa della micooula.




