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Panko: il pangrattato orientale che conquista la cucina internazionale

Croccantezza leggera, versatilità e zero sprechi. Ecco perché il Panko è diventato un alleato prezioso anche nella cucina occidentale

Che cos’è il Panko e perché è diverso dal pangrattato tradizionale

Panko è la parola giapponese che indica un tipo di pangrattato dalla struttura molto più ariosa e leggera rispetto a quello classico italiano. A differenza del pangrattato tradizionale, che viene ricavato dalla mollica di pane raffermo macinata finemente, il Panko si ottiene da pane bianco privo di crosta, cotto con un processo specifico che ne mantiene la leggerezza. Questo viene poi sbriciolato in scaglie grandi e irregolari, che diventano la firma visiva e sensoriale di ogni frittura perfetta in stile asiatico. La sua origine è strettamente legata alla cultura gastronomica giapponese ma nel tempo ha varcato i confini orientali conquistando ristoranti, chef stellati e appassionati di cucina casalinga in tutto il mondo.

Origini e significato culturale del Panko

Il termine Panko nasce dall’unione di “pan”, parola di origine portoghese che significa “pane”, e “ko”, che in giapponese significa “farina” o “polvere”. Il suo arrivo in Giappone risale al XVI secolo, quando i missionari portoghesi introdussero il pane nel Paese. Nei decenni successivi, la cultura giapponese ha rielaborato questo ingrediente trasformandolo in una nuova forma di panatura, più croccante e delicata.

Il Panko diventa popolare a partire dal secondo dopoguerra, entrando in pianta stabile nella preparazione di piatti simbolo come il tonkatsu (cotoletta di maiale fritta), gli ebi fry (gamberi fritti) e i croccanti korokke (crocchette giapponesi). Il suo impiego non si limita però alla frittura: grazie alla sua consistenza leggera e asciutta, è sempre più apprezzato anche nella cucina occidentale per gratinature, impanature leggere o topping creativi.

Come viene prodotto il Panko

La lavorazione del Panko è molto diversa da quella del pangrattato comune. Si parte da pane bianco industriale cotto senza crosta, spesso con corrente elettrica anziché forno tradizionale per ottenere un interno molto soffice e privo di tostatura. Questo viene poi raffreddato, tritato grossolanamente e infine essiccato.

Il risultato è una “grana” irregolare, simile a fiocchi, che assorbe meno olio in cottura rispetto al pangrattato normale. Questo processo rende il Panko un ingrediente ideale per chi cerca una panatura croccante ma non pesante, asciutta ma saporita. Il Panko può essere acquistato già pronto nei negozi asiatici, nei supermercati internazionali o preparato in casa con pane bianco privato della crosta.

Panko in cucina: come si usa e con quali piatti si abbina meglio

Il Panko è estremamente versatile e può essere utilizzato per impanare carne, pesce, verdure e perfino formaggi. Tra gli usi più classici c’è il tonkatsu, dove la cotoletta viene impanata nel Panko e fritta fino a ottenere una crosta croccante e dorata.

Un altro grande classico è l’ebi fry, i gamberi fritti serviti con salsa tonkatsu o maionese giapponese. Il Panko si usa anche per creare crocchette di patate, tofu fritto, anelli di cipolla o bocconcini di pollo. In cucina occidentale viene sempre più utilizzato per preparare secondi piatti gratinati, come il pollo al forno con senape e Panko o il merluzzo gratinato con erbe aromatiche.

Ottimo anche come topping croccante per paste al forno, mac and cheese, verdure ripiene o melanzane alla parmigiana reinterpretate in chiave fusion. Il Panko può essere anche tostato a secco in padella con un filo d’olio per ottenere un condimento da usare su minestre, risotti o insalate.

Panko e frittura: il segreto per una crosta leggera e asciutta

Uno dei vantaggi principali del Panko rispetto al pangrattato tradizionale è la sua capacità di creare una crosta più asciutta, più leggera e visivamente più interessante. Le sue scaglie irregolari si gonfiano e si dorano rapidamente durante la frittura, lasciando il cuore del cibo morbido e succoso.

Il risultato è un effetto crunch perfetto senza quella pesantezza tipica delle impanature compatte e oleose. Questo rende il Panko ideale anche per chi cerca un’alternativa più sana al fritto tradizionale, poiché assorbe meno olio e mantiene una texture più friabile.

Come preparare il Panko in casa

Per chi desidera preparare il Panko in casa, il procedimento è semplice ma richiede attenzione. Si parte da pane bianco in cassetta, preferibilmente del giorno prima. Si rimuove la crosta e si trita la mollica con un mixer a intermittenza per ottenere dei fiocchi grossolani.

Il composto va poi distribuito su una teglia e fatto asciugare in forno ventilato a bassa temperatura (circa 100 °C) per 20–30 minuti, mescolando di tanto in tanto. Una volta raffreddato, il Panko può essere conservato in un contenitore ermetico per diverse settimane. Questo permette di evitare sprechi e avere sempre a disposizione un ingrediente genuino, pronto all’uso.

Dove acquistare il Panko e come conservarlo al meglio

Il Panko è ormai disponibile in molti supermercati italiani, soprattutto nelle sezioni etniche o internazionali. Può essere acquistato anche online o nei negozi specializzati in cucina asiatica. Si presenta in confezioni da 200 a 500 grammi e può essere conservato a temperatura ambiente in un luogo fresco e asciutto.

Una volta aperto, è consigliabile richiudere bene la confezione o trasferirlo in un barattolo ermetico. Per una conservazione più lunga, si può anche riporre in freezer: in questo modo si mantiene perfettamente friabile e pronto all’uso anche dopo settimane.

Perché scegliere il Panko: gusto, leggerezza e innovazione

Panko è più di un semplice pan grattato: è un ingrediente che sta rivoluzionando il modo di impanare e gratinare, un ponte tra tradizione orientale e creatività contemporanea. È ideale per chi cerca una panatura croccante ma leggera, un elemento capace di trasformare un piatto semplice in qualcosa di sorprendente.

Che si tratti di cucina fusion, street food, piatti gourmet o ricette quotidiane, il Panko si adatta con eleganza, offrendo texture e sapore senza coprire l’identità degli altri ingredienti. In un’epoca in cui anche la semplicità deve sapersi distinguere, il Panko è l’alleato perfetto per cuochi esperti e appassionati di cucina casalinga.

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Dove posso comprare il Panko in Italia?
Il Panko si trova facilmente nei supermercati con reparto etnico, nei negozi di alimentari asiatici e nei principali store online. È disponibile anche in alcune gastronomie specializzate in cucina giapponese o internazionale.

Il Panko contiene glutine?
Sì, il Panko classico è prodotto con pane di frumento e quindi contiene glutine. Tuttavia, esistono versioni senza glutine disponibili in commercio, realizzate con pane gluten free oppure con farine alternative come riso o mais.

Esistono alternative al Panko per chi è celiaco o intollerante al glutine?
Sì. Chi cerca una versione gluten free può usare Panko senza glutine (disponibile nei negozi bio o specializzati), oppure preparare in casa un’alternativa con pane senza glutine essiccato e tritato grossolanamente. Un’altra opzione è usare corn flakes sbriciolati, farina di mais fioretto, oppure una miscela di riso soffiato e semi tritati per ottenere una panatura croccante senza glutine.

Il Panko può essere usato in forno?
Assolutamente sì. Il Panko è perfetto anche per le cotture al forno. Dona una crosta croccante a piatti come pollo gratinato, verdure ripiene, pesce al forno o pasta al gratin.

Il Panko è più leggero del pangrattato tradizionale?
Sì. La sua struttura a fiocchi consente una frittura più asciutta, perché assorbe meno olio. Questo lo rende ideale per chi cerca impanature leggere e croccanti.

Posso fare il Panko in casa?
Sì. Basta utilizzare pane bianco senza crosta, tritarlo grossolanamente e farlo asciugare in forno a bassa temperatura finché diventa secco e friabile.

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Giulia Moretti
Giulia Moretti
Chef e scrittrice con una grande passione per il cibo e tutto ciò che ruota attorno alla cucina. Racconto storie di ristoranti e hotel, di chef e bartender che trasformano il loro lavoro in arte. Amo condividere curiosità gastronomiche, ricette creative e consigli utili per chi vive o lavora nel mondo del food. Credo che il cibo sia un linguaggio universale, e io sono qui per narrarlo con semplicità e passione.

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