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Struffoli: storia, ricetta e segreti

Struffoli! Non c’è bisogno probabilmente di dire altro per evidenziare che nel piccolo viaggio nei dolci regionali natalizi che da qualche settimana stiamo percorrendo, siamo oggi arrivati alla Campania, ed in particolare a Napoli.

Grande è la semplicità di questi piccoli dolcetti che sono delle palline di pasta frolla (realizzata con farina, uova, strutto, zucchero e un po’ di liquore all’anice) poi fritte nell’olio (ma una volta era nello strutto) e infine impastate nel miele caldo e arricchite da canditi e piccoli schegge di glassa colorata (i cosiddetti diavulilli).

Il segreto è quello di farli piccoli, sotto il centimetro, in modo tale che si possano mescolare al meglio col condimento; la consistenza deve essere fragrante nella crosticina esterna e morbida all’interno. Tra i punti di forza di questo dolce c’è anche la conservabilità (durano diversi giorni dopo la preparazione prima di esser conditi).

La loro origine è piuttosto antica e probabilmente orientale, forse greca (in Grecia tuttora esiste un dolce molto simile, e anche l’etimologia del nome si rifà a una parola greca che significa di forma tondeggiante); storicamente venivano preparati dalle suore nei conventi e portati in dono alle famiglie più abbienti che durante l’anno si erano più prodigate in atti di carità.

Il legame col Natale sembra invece essere piuttosto recente, tant’è vero che il ricettario del Crisci, datato 1634, non evidenzia alcun legame con un periodo particolare dell’anno. Questo dolce di successo ha generato imitazioni e la creazione di ricette simili: ve ne sono per esempio in Puglia, in Calabria e in Sardegna, ma anche in Italia centrale dove prendono il nome di “cicerchiata”.

La versione tradizionale è stata affiancata da versioni arricchite con ingredienti golosi (cioccolato per esempio) o preparati in modo diverso (la versione al forno, più leggera e in linea con le esigenze alimentari odierne); ne sono state realizzate persino versioni salate.

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Antonio Rinaldi
Antonio Rinaldi
Giornalista pubblicista e Guida Ambientale Escursionistica appassionato di Natura a 360 gradi (e negli ultimi anni sempre più vicino anche al mondo dell’Agricoltura “naturale”); unisce le due attività professionali scrivendo per Apetime di realtà agricole e vitivinicole di pregio, e spesso organizzando escursioni di conoscenza diretta di queste realtà. Collabora dal 2010 col quotidiano di Parma, per il quale ha realizzato anche Pubblicazioni sul Parco Nazionale dell’Appenino tosco-emiliano.

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