HomeCronacaTop 500, "l'altra classifica" dei migliori cocktail bar: tanta Italia, svetta Oslo

Top 500, “l’altra classifica” dei migliori cocktail bar: tanta Italia, svetta Oslo

Tanti locali italiani fra i primi 100 della classifica 2024 dei Top 500 Bars, svelati nel galà di Parigi. Il migliore assoluto è però molto più a nord…

E’ il norvegese Himkok di Oslo il miglior bar al mondo secondo la classifica dei Top 500 Bars, le cui prime 100 posizioni sono state svelate ieri sera nel corso della serata di gala a Parigi. “L’altra” graduatoria dei cocktail bar mondiali, alternativa ai World’s 50 Best Bars (dalla quale si differenzia nettamente per la metodologia, come spieghiamo in fondo a questo articolo), vede quest’anno al secondo posto il Sips di Barcellona, ormai noto locale del duo italo-spagnolo Simone Caporale-Marc Alvarez, seguito sul terzo gradino del podio proprio dall’attuale numero uno dei 50 Best, l’Handshake Speakeasy di Città del Messico.

Himkok, Oslo

Scorrendo le posizioni successive (clicca qui per vederle tutte), spicca il 7mo posto del Paradiso di Barcellona (3° lo scorso anno) di un altro italiano in Catalogna, Giacomo Giannotti, nonché l’ascesa (al nono posto) del Bar Leone del romano Lorenzo Antinori a Hong Kong, distintosi anche fra i World’s 50 Best Bars, meno di un mese fa, per l’ingresso direttamente al secondo posto. Ma torniamo ai Top 500 2024: c’è molta Italia anche alla posizione numero 12 con il mitico Connaught di Londra, guidato da Ago Perrone insieme Giorgio Bargiani e Maura Milia. Il miglior cocktail bar d’Italia, proprio come nella classifica concorrente, è sempre il Drink Kong di Roma, qui al 20mo posto (con una sostanziale tenuta rispetto al 2023, quando era 17mo): Patrick Pistolesi e il suo locale in stile “futuristico orientale” si confermano “LA” certezza nel panorama della mixology di casa nostra (e non solo).

Bar Leone, Hong Kong

Vecchie conoscenze d’Italia

Altre abituali presenze italiane nelle classifiche sono il Freni e Frizioni di Roma, 33mo, e Locale di Firenze, 34mo. Il capoluogo toscano è rappresentato anche alla 36ma piazza con il Gucci Giardino 25, mentre il secret bar milanese 1930 si piazza quest’anno 41mo; ed è milanese anche il Moebius, che dopo avere fatto ingresso fra i 50 Best compare anche fra i Top 500 in posizione numero 43. Ancora Milano al 47mo posto con lo storico Camparino in Galleria.

L’Antiquario, Napoli

Si scende poi fino alla posizione 64 per trovare un altro gioiello italiano, L’Antiquario di Napoli, bellissimo cocktail bar di Alex Frezza, dallo stile decisamente classico. Due gradini sotto, 66mo è il Ceresio 7 di Milano, elegante rooftop bar con piscina caratterizzato dalla miscelazione di ricerca del mar manager Abi El Attaoui. Ritroviamo poi una vecchia conoscenza al 73mo posto, quel Jerry Thomas di Roma passato alla storia per essere stato, nel 2010, uno dei primi locali (speakeasy, per la precisione) a rilanciare l’alta mixology nel nostro Paese.

Velvet, Londra

Spunta la provincia

Si torna a Firenze con l’Atrium Bar del Four Seasons Hotel, 77mo, appena sopra il Velvet di Londra, il bar di “The maestro” Salvatore Calabrese, autentico “mostro sacro” dei bartender italiani. L’84mo posto ci riporta per l’ennesima volta a Milano con il Mag Cafè di Flavio Angiolillo e soci (gli stessi del 1930 menzionato poco sopra, oltre che di altri noti locali della metropoli lombarda). Riecco poi Roma al numero 89 con The Court, elegante hotel bar all’interno di Palazzo Manfredi con vista sul Colosseo.

Cinquanta Spirito Italiano, Pagani (SA)

E finalmente, al 92mo posto, troviamo un rappresentante di quella “provincia” italiana che nasconde tante chicche meno visibili rispetto ai locali delle grandi città, ma che meritano di essere scoperte: parliamo del Cinquanta Spirito Italiano a Pagani, Salerno, che reinterpreta in chiave contemporanea il classico bar anni ’50. Infine, l’Italia è fra i primi 100 dei Top 500 anche con il Mandarin Garden di Milano guidato da Guglielmo Miriello, altro nome illustre della mixology tricolore.

La classifica fatta con l’algoritmo

A differerenza di quella dei World’s 50 Best Bars, la classifica dei Top 500 Bars non è stilata da una giuria, bensì da un algoritmo che analizza ed elabora migliaia di dati (classifiche, pubblicazioni, piattaforme online e altro) in oltre 20 lingue per formare la lista dei 500 migliori bar del mondo.

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Stefano Fossati
Stefano Fossati
Redattore del tg Bluerating News, collaboratore delle testate economiche di Bfc Media, di Mixer Planet e naturalmente del Magazine ApeTime.

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