HomeCronacaTravel distillery: un mercato da coltivare, ricco di opportunità

Travel distillery: un mercato da coltivare, ricco di opportunità

In Italia, il travel distillery per adesso è ancora poco sviluppato. Certo, rispetto a qualche anno fa qualcosa si è mosso. Ma per lo più sono iniziative firmate da una singola azienda. O da un distributore (come il caso di Velier). Si potrebbe fare di più.

Pensateci, se il turismo enogastronomico ormai è sdoganato ovunque e tra un pubblico eterogeneo, ancora non si può dire lo stesso per quanto riguarda il turismo legato espressamente a distillerie, liquorifici e cocktail bar. Il travel distillery può essere sviluppato.

Per esempio, perché non prendere spunto dalle Strade del Vino che hanno agevolato la diffusione della cultura del vino, ma anche favorito il turismo di zone a volte poco battute?

travel distillery
Sabatini

Si potrebbe rivisitare il concept e creare un sistema virtuoso tra distillerie, liquorifici e cocktail bar per offrire esperienze nel segno degli spiriti italiani tra visite di luoghi di produzione e degustazione dei prodotti lisci e miscelati nei bar di riferimento delle aziende, per concludere magari con una cena di cocktail food pairing.

Il primo passo è quello di instaurare dei rapporti di collaborazione tra enti del turismo, produttori, locali, hotel e bed and breakfast.

Il secondo è quello di creare e comunicare pacchetti ed iniziative speciali, legate a celebrazioni e anniversari. Potenzialmente gli sviluppi sono infiniti.

Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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