HomeIntervisteVetro bianco e spirit: l'opinione di Andrea Delpiano, Albeisa

Vetro bianco e spirit: l’opinione di Andrea Delpiano, Albeisa

Il vetro bianco trasparente è il materiale più diffuso nelle bottiglie di distillati premium. Ma è difficile da reperire, oggigiorno, e la sua produzione ha un impatto più forte sull’ambiente rispetto a quella del vetro verde.

Abbiamo parlato dell’argomento con Andrea Delpiano, consigliere Albeisa. Che ha le idee chiare in fatto di vetro bianco trasparente e bottiglie. Ecco la sua opinione sul futuro che potrebbero avere i contenitori di spirit (clicca per vedere il video). Vogliamo sapere la tua!

“Sottolineo che io lavoro nel mondo del vino e non conosco il settore dei distillati. Tuttavia, oggi è sempre più difficile reperire vetro bianco, perché buona parte della produzione si realizza nell’Est Europa. Inoltre, la produzione di vetro bianco è di per sé un po’ più inquinante. Per questo credo che se i produttori di spirit puntassero su una bella immagine, su una bella estetica, insomma su qualcosa di davvero impattante…potrebbero usare vetro meno prestigioso. Non penso sia indispensabile che è un distillato debba essere contenuto solo in bottiglie completamente trasparenti”, afferma Delpiano.

vetro albeisa

Albeisa: sai cos’è?

Parliamo di una bottiglia del XVIII secolo voluta dai produttori delle Langhe per vendere ed esaltare le qualità dei loro vini. A realizzarla furono i maestri vetrai delle antiche Vetrerie di Poirino, che coniarono la sua forma, tracciando la linea della sua riconoscibile spalla. Prodotta a mano, pezzo per pezzo, divenne subito un elegante accessorio delle tavole nobiliari e borghesi, alimentando la sua notorietà e diffusione. L’avvento dell’industrializzazione del vetro, da lì a poco però, prenderà il sopravvento, rendendo la produzione sempre più economica e di scala favorendo le nuove industrie europee. Fu così che nel giro di qualche decennio l’originale bottiglia Albeisa trovò meno spazio sul mercato perdendosi nella memoria locale. È grazie all’iniziativa del vignaiolo Renato Ratti e di altri 16 viticoltori che l’Albeisa fu recuperata nel 1973. Oggi è usata per diversi vini rossi e bianchi di ben 300 produttori delle Langhe.

Storica, innovativa e sostenibile

Dal 2007 Albeisa viene prodotta anche in versione “light” con un peso specifico pari a circa il 30% in meno rispetto al modello tradizionale. Una scelta che i produttori hanno attuato con sempre maggiore convinzione, tanto che si è passati dalle 1 milione unità prodotte nel 2007 agli oltre 5 milioni di esemplari di bottiglie Albeisa in versione leggera utilizzate ogni anno. Una svolta che si è tradotta in una minor quantità di energia e di materie prime utilizzate, in un notevole calo di emissioni di CO2 ed in una netta riduzione dei rifiuti stimato oltre 8 milioni di kilogrammi di vetro dalla sua entrata in commercio.

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Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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