Una storia curiosa tra scienza, fede e pubblicità nel cuore dell’Ottocento
Il vino alla coca, tra leggenda e realtà
Il vino alla coca è stato una delle bevande più discusse – e amate – della seconda metà dell’Ottocento. La sua formula, a metà tra farmaco e tonico, conquistò non solo medici e intellettuali, ma anche papi, regine e scienziati. Il nome più noto? Vin Mariani, un prodotto nato in Francia nel 1863 grazie all’intuizione del chimico Angelo Mariani, che riuscì a rendere popolari le foglie di coca tra l’élite europea.
Come nasce il vino alla coca
Tutto cominciò con uno studio medico italiano, quello del dottor Paolo Mantegazza, che esaltava le proprietà energizzanti della pianta di coca. Angelo Mariani ne fu così affascinato da decidere di infondere foglie di coca peruviane in vino rosso Bordeaux. Il risultato fu un tonico “miracoloso”, in grado – secondo la pubblicità dell’epoca – di ridare forza, stimolare l’appetito, alleviare la fatica mentale e fisica, e persino migliorare l’umore. Non c’è da stupirsi, dato che ogni bicchiere conteneva una dose di cocaina disciolta, allora non ancora proibita.
Leone XIII: un papa… testimonial
Tra i più celebri estimatori del vino alla coca ci fu Papa Leone XIII, che dichiarò apertamente di usarlo per affrontare la fatica del pontificato. Lo apprezzava talmente tanto da autorizzare l’utilizzo della propria immagine per la pubblicità ufficiale del Vin Mariani. Sì, proprio così: la sua effigie finì sui manifesti pubblicitari, accompagnata dalla sua personale testimonianza. Inoltre, Leone XIII premiò Mariani con una medaglia d’oro al merito scientifico. A quanto pare, il Papa portava con sé una fiaschetta del tonico per “momenti di necessità”.
Non solo papi: da Edison a Sarah Bernhardt
Il Vin Mariani fu uno dei primi veri fenomeni virali della storia del marketing. Angelo Mariani seppe sfruttare al meglio le recensioni entusiastiche delle celebrità, pubblicando volumi promozionali con lettere e dediche di personaggi famosi. Tra questi, figuravano Papa Pio X, la regina Vittoria, Thomas Edison, Ulysses Grant, Émile Zola e Sarah Bernhardt. In breve tempo, il vino alla coca divenne una bevanda “glamour”, presente nei salotti letterari, nei teatri e persino negli ambulatori medici.
Dal trionfo al declino
Con l’arrivo del XX secolo e una maggiore attenzione verso i rischi della cocaina, l’entusiasmo per il Vin Mariani iniziò a calare. In molti paesi iniziarono a entrare in vigore leggi che vietavano o limitavano l’uso di sostanze psicotrope. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’Harrison Narcotics Act del 1914 segnò l’inizio della fine per le bevande alla coca. Anche il Vin Mariani fu costretto a modificare la formula, perdendo però il fascino che lo aveva reso celebre. La produzione si interruppe definitivamente negli anni Trenta.
L’eredità del vino alla coca
Anche se oggi può sembrare strano o persino inquietante, il vino alla coca ha avuto un ruolo importante nella storia della farmacopea e del marketing. La sua formula ispirò John Pemberton, che creò inizialmente una versione simile chiamata French Wine Coca. In seguito, durante il proibizionismo, tolse l’alcol dalla ricetta… ed è così che nacque la Coca-Cola.
Il Vin Mariani è quindi l’antenato diretto di una delle bevande più famose al mondo. Un prodotto che ha attraversato l’Europa con successo, amato da papi e pionieri dell’industria, oggi ricordato come un simbolo di un’epoca in cui scienza, pubblicità e cultura pop si fondevano senza troppi filtri.
La storia del vino alla coca ci ricorda quanto siano cambiati, nel tempo, il modo di intendere salute, stimolanti e consumo. Quella che fu una bevanda tonica apprezzata dal clero e dall’élite intellettuale oggi ci appare come una curiosità storica, forse anche un po’ scandalosa. Ma è proprio in questi contrasti che si nasconde il fascino delle grandi storie. Il Vin Mariani non è solo il vino alla coca di Papa Leone XIII: è una fotografia perfetta di un’epoca che non smette di stupirci.
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Appassionato di mixology, vini e distillati. La mia missione è raccontare le storie dietro i migliori locali, bar e cocktail bar, esplorando anche il mondo del vino e dei liquori. Amo viaggiare per scoprire le tradizioni e le innovazioni che rendono unici i sapori di ogni città. Se si parla di abbinamenti cibo-cocktail, potete contare su di me: adoro sperimentare combinazioni che sorprendono il palato.