È passato giusto un mese dall’inizio del 2022, e già il ricordo del 2021 con la sua galoppante ripresa si offusca ed emergono nuovi, per quanto previsti, problemi.
Stanno arrivando infatti al pettine tutti i problemi, gli scompensi e le difficoltà generati da due anni di Pandemia e conseguente disordinata e impulsiva ripresa.
Già in estate i costi dei trasporti delle merci erano lievitati oltre misura: la nuova potente domanda legata alla ripresa globale aveva fatto crescere i prezzi e questo, unitamente al rincaro generale dell’energia elettrica aveva aumentato a dismisura le spese che devono sostenere i produttori per mandare i loro prodotti al consumo.
A rendere ulteriormente scure e preoccupanti le prospettive, sul finire del 2021 è poi arrivata la quarta ondata Covid che dopo Natale ha praticamente abbattuto nuovamente i consumi e la frequentazione da parte degli italiani degli esercizi del settore Horeca, ricucendo al lumicino il turismo di Capodanno e delle feste.
Chi ha puntato tutto sull’export lontano (Asia o Stati Uniti) rischia di essere ancora più penalizzato pesantemente per le citate difficoltà di trasporto, il costo di un container arriva ad essere 5 volte tanto quello che era lo scorso anno. Chi invece si è affidato alla Grande Distribuzione per vendere i propri prodotti ha i contratti di vendita bloccati da mesi, ma fatica o non riesce più a rimanere nei prezzi concordati per l’aumento di tutte le spese di produzione.

Molte aziende vitivinicole iniziano dunque ad avere le prime difficoltà, e le prospettive, se nulla cambia, sono purtroppo quelle di un aggravamento di queste difficoltà. Secondo Marcello Bonvicini, presidente Confagricoltura Emilia Romagna “Sono almeno il 20% le cantine di dimensioni medio-grandi, che vendono nella Gdo, e non rientrano più nei costi. Serve liquidità alle imprese del vino, si rischia la paralisi. C’è bisogno di agevolazioni creditizie e strumenti finanziari più flessibili>.




