Un viaggio tra passione, terroir e artigianalità nella Valle della Loira
Oggi il nostro wine lover ci porterà alla scoperta di una delle realtà più affascinanti della denominazione Vouvray. In un angolo incantato della Valle della Loira, nasce una storia fatta di dedizione e rispetto per la terra. Due appassionati, Antoine e Henri, hanno unito le forze per dare vita al Clos de l’Epinay, una tenuta che rappresenta l’eccellenza dei vini di Vouvray. Il loro approccio è fatto di lavoro costante e interventi minimi: tutto ruota attorno al desiderio di produrre vini autentici, vivaci e mai banali. In questo contesto prende forma un racconto enologico che affonda le radici nel Medioevo, mantenendo ancora oggi quella purezza e quella finezza che rendono i bianchi francesi inconfondibili.
Il Clos si estende su 17 ettari coltivati a Chenin Blanc e 1 ettaro dedicato a vitigni a bacca rossa, situati sul primo pendio della denominazione, a pochi passi da tenute storiche che hanno fatto la storia del vino francese.
Tra i pendii di Vouvray, 10 terroir e un’identità plurale
La posizione del Clos de l’Epinay, in cima alla cresta del Vouvray, consente alle viti di godere di esposizioni diverse e di microclimi capaci di esaltare le peculiarità di ciascun appezzamento. È così che nascono dieci terroir distinti, ciascuno con il proprio processo di vinificazione.
Argilla e calcare sono i tratti comuni di questo mosaico geologico. Lo Chenin Blanc, varietà simbolo della zona, viene interpretato in più espressioni: bollicine eleganti, bianchi secchi e raffinati vini dolci. Accanto, una coltivazione più discreta ma significativa di vitigni rossi come Pinot Nero, Gamay, Grolleau e una piccola quota di Côt, coltivati con passione su un solo ettaro.
Vini che parlano la lingua del terroir
Chaflorie è un pétillant naturel ottenuto da Chenin coltivato su un terreno misto di argilla fredda e selce calcarea. Le viti sono giovani, sotto i 15 anni, e regalano un vino fresco, diretto, capace di sorprendere al primo sorso.
Sur Le Bouchet è un Chenin Blanc secco, sottoposto a fermentazione malolattica. Il vino non viene filtrato né chiarificato, e non contiene solfiti aggiunti. Il risultato è un bianco pulito e preciso, che esprime la naturalezza più autentica del vitigno.
La Houssaie è un altro Chenin dalla forte personalità. Proveniente da terreni silicei, riflette l’annata 2023 con una carica minerale e una vivacità che lo rendono perfetto per chi cerca espressioni verticali e profonde. Anche in questo caso, niente filtrazione e nessun intervento correttivo.
Le Rondière è un rosso frutto di un assemblaggio di Grolleau, Gamay e Côt. Le uve provengono da vigne di 15 anni, coltivate su suoli argilloso-calcarei. Il vino è morbido, immediato, con una bella freschezza e un equilibrio tutto naturale.
Croix-Martin nasce da un 80% di Pinot Nero e un 20% di Grolleau. Affinato in uova di cemento, offre una struttura fine, una beva scorrevole e un profilo aromatico che gioca tra il floreale e il fruttato.
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Appassionato di vino che ha trovato nei vini naturali la sua vera strada. Nessun prodotto chimico in vigna, fermentazione con lieviti indigeni e possibilmente con vitigni autoctoni: questo in poche parole si intende per vini naturali. Con questa nuova avventura ho deciso di portare al servizio di chi mi segue questa mia passione e ricerca, convinto e deciso nella scelta effettuata di bere in modo consapevole e sano. Salute, Terroir, Tradizione, Rispetto per la Salute, Digeribilità sono le chiavi per (ri) scoprire il vino Naturale che troverete nel mio profilo Instagram.