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3 curiosità sul Ve.N.To, il primo cocktail Iba con l’italianissima grappa

Fra i tanti cocktail italiani presenti nella lista ufficiale Iba, il Ve.N.To è probabilmente il meno conosciuto. Ma vale la pena scoprirlo.

Tutti conoscono i classicissimi Negroni, Americano, Garibaldi… molto meno noto è un altro cocktail italiano incluso nella lista Iba, peraltro nato in epoca molto più recente. Il Ve.N.To è stato creato nel 2019 dal famoso bartender Samuele Ambrosi, co-fondatore del Cloakroom Cocktail Lab di Treviso, rivisitando una ricetta dell’amico Leonardo Veronesi, titolare del RivaBar di Riva del Garda (TN), proprio per dimostrare la versatilità della grappa in miscelazione.

VENICE COCKTAIL WEEK
Samuele Ambrosi

Si tratta di un cocktail decisamente buono, moderno, godibile: merita di essere assaggiato. Nel frattempo, per conoscerlo meglio, ecco 3 curiosità legate a questo “new era drink”.

Iba drink
Ve.N.To (foto di Nicole Cavazzuti)

3 curiosità sul Ve.N.To, il cocktail alla grappa

1. Il Ve.N.To è stato inserito da Iba nella sua codifica ufficiale a partire dalla sesta edizione, nel 2020, primo e (finora) unico drink con la grappa a farne parte, proprio per favorire la diffusione nel mondo del distillato di bandiera italiano, ancora poco conosciuto fuori dai nostri confini nonostante il grande lavoro fatto dai produttori negli ultimi decenni per portarlo a livelli qualitativi elevati.

2. Il nome è un acronimo… liberamente interpretato. Richiama, anzi dovrebbe richiamare, le tre regioni del nord-est Italia in cui la grappa vanta la più antica tradizione (Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia). Fermo restando che oggi la grappa (distillata con le vinacce risultanti dalla produzione del vino) è realizzata praticamente in tutte le regioni italiane (e in Svizzera, in Canton Ticino).

3. Il fatto che il Ve.N.To sia il primo cocktail con la grappa a entrare nella lista Iba non significa che in passato il tipico distillato italiano non sia mai stato usato in miscelazione. La stessa Iba ricorda ad esempio il Rasentin, “ammazzacaffè” veneto “alla buona” (dopo avere bevuto un caffè, si aggiunge un po’ di grappa nella tazzina sul cui fondo sono rimasti caffè e zucchero), o il Grigioverde, fatto con grappa (di pessima qualità) e menta, che veniva bevuto dai soldati italiani durante la Prima Guerra Mondiale. La grappa fu poi utilizzata nella miscelazione futurista in originali polibibite (cocktail) come il Diavolo in Tonaca Nera, creato dal poeta e pittore Fillia. Molti anni dopo anche il famosissimo chef Luigi Veronelli, grande appassionato di grappa, realizzò un drink chiamato Nonino Cocktail, di cui pubblicò la ricetta nel suo libro “I cocktails” del 1983.

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Stefano Fossati
Stefano Fossati
Redattore del tg Bluerating News, collaboratore delle testate economiche di Bfc Media, di Mixer Planet e naturalmente del Magazine ApeTime.

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