Altrove, il lounge bar nel cuore delle Dolomiti nato dall’unione fra tradizione e modernità. Abbiamo parlato con il proprietario del locale, Joel Costner.
In numerosi articoli comparsi sulle pagine di ApeTime, abbiamo sempre parlato di locali situati in grandi centri urbani, come Milano, volgendo anche uno sguardo alle innumerevoli difficoltà create, negli ultimi due anni, dalla pandemia ai locali della ristorazione e del divertimento.
Oggi invece vogliamo parlare di un locale che rientra in questa tipologia di esercizi commerciali, ma che, essendo situato in una rinomata località turistica, lega la propria attività a due periodi dell’anno e all’apertura di tutte le attività ricettive e commerciali del luogo (questo secondo aspetto sembra una banalità, ma non è così e vedremo il motivo): la stagione degli sport invernali, da dicembre a marzo, e quella estiva, da giugno a settembre.
Ci troviamo a Colfosco, Alta Badia, nel cuore delle Dolomiti, rinomate in tutto il mondo per i paesaggi mozzafiato che regalano in tutte le stagioni e per i colori unici delle rocce al tramonto del sole: questo, e tanto altro, ha fatto sì che, dal 2009, facciano parte del patrimonio mondiale dell’Unesco.
In questo piccolo paesino, dal 2010, ha aperto i battenti un locale che, come selezione di prodotti offerta e d’intrattenimento proposto, ricalca quelle dei locali situati nelle grandi città, sia per quanto riguarda l’aperitivo che per il dopo cena: proprio dall’idea di riproporre questa tipologia di divertimento, e, almeno in parte, di arredamento, è stato scelto il nome del locale, Altrove.
La sensazione di trovarsi da un’altra parte, è proprio quella che offre l’impatto visivo entrando al suo interno: appena prima di entrare infatti si ammirano le vette del gruppo del Sella (quello intorno al quale si sviluppa il celebre tour sciistico del ‘Sellaronda’), ma una volta aperte le porte scorrevoli, ecco che ci si ritrova davanti ad un moderno bancone in ferro battuto e vetro, circondato da alti sgabelli dello stesso materiale, che si sviluppa su due lati: il tutto illuminato da una serie di moderni led.

Una modernità stilistica che non ci si aspetterebbe di trovare in un locale di montagna e che porta l’avventore che lo vede per la prima volta a chiedersi dove si trovi: sulle Dolomiti oppure in un lounge bar del centro cittadino di una qualunque città italiana o estera.
L’obiettivo di dare questa sensazione ai clienti, è stata una delle idee principali fin dagli albori del progetto. Di questo, e di molto altro, abbiamo parlato con il proprietario del locale, Joel Costner: terza generazione della famiglia che, all’interno di queste mura, dal 1956, ha sempre condotto direttamente, o tramite gestione esterna (1986-2009), attività commerciali adibite a caffetteria, osteria (o stube), ristorante e appunto luogo di ritrovo serale.
“Quando nell’estate del 2010, in previsione della riapertura avvenuta nel dicembre dello stesso anno, abbiamo ristrutturato tutto con l’aiuto di diversi artigiani locali – ha raccontato – una parte del progetto consisteva proprio nel creare un locale che presentasse un’area improntata alla modernità, a quello cioè che normalmente si aspettano di trovare in questa tipologia di locale i clienti provenienti dall’Italia e dall’estero”.
Il legno è invece il protagonista indiscusso di un’altra area dell’Altrove e trae ispirazione dalla tradizione locale e dall’abilità degli artigiani dell’Alta Badia nella lavorazione del legno e del suo utilizzo nell’arredamento.
“Se da un lato è stata creata una location al passo con i tempi – ha aggiunto Joel- come si può trovare anche in Spagna, in America o in Asia, dall’altro abbiamo voluto proporre delle sale con pareti realizzate utilizzando il legno ricavato da una vecchia costruzione e arredate con tavoli e sedie di diverse forme e dimensioni che ripropongono stile ed atmosfera delle vecchie stube e cantine del posto dove ci si trovava alla sera con gli amici: questo è quanto avveniva anche all’interno di queste mura”.
Tradizione alla quale si è aggiunta l’innovazione anche nell’offerta gastronomica, della carta dei vini, dei cocktails e delle serate a tema proposte: scelte determinate, in particolar modo, dagli orari di maggiore affluenza del locale, ovvero quello dell’aperitivo e del dopocena.
“Quando all’inizio della stagione invernale 2010-2011 abbiamo riaperto – sottolinea Costner-, offrivamo primi e secondi piatti, taglieri di salumi ed un’ampia selezione di vini, come fanno i bistro. Con il passare del tempo, ci siamo però accorti che, essendo cambiata la tipologia di locale, era più difficile far ruotare i tavoli e questo faceva aumentare il numero di persone in attesa”.
“Per questo motivo -prosegue Joel- dopo due anni abbiamo deciso di ridurre l’offerta della cucina che oggi, principalmente, propone panini, sandwich e focacce farcite con salumi, formaggi, funghi ed altri prodotti locali e non. Abbiamo fatto la stessa scelta per la carta dei vini, oggi maggiormente incentrata su quelli locali, e i coktails proposti, ovvero quelli che da sempre sono i più richiesti ovunque come, ad esempio, l’americano e lo spritz per l’aperitivo ed il gin tonic per il dopo cena. Quest’ultimo è molto apprezzato: motivo per cui offriamo 15 tipologie di gin e 8 di acqua tonica”.

L’Altrove fa emergere anche nei prodotti offerti, e nelle serate a tema, quelle che sono le due anime del locale: una che si rifà alla storia delle Dolomiti, e dell’Alta Badia in particolare, l’altra che guarda alla modernità ed alla contemporaneità senza però voler abbracciare tutte le mode del momento.
Joel Costner infatti spiega: “In estate, quando l’afflusso dei clienti è maggiore durante l’orario dell’aperitivo, dato che il turista estivo segue degli orari diversi da quello invernale e, di norma, non esce dopo cena, contrariamente agli sciatori che fanno anche più serate, proponiamo aperitivi con cucina tipica messicana o a base di pesce che si affiancano a quelli dedicati alle nostre tradizioni gastronomiche”.
“Lo stesso discorso -aggiunge il titolare- vale per le serate con musica dal vivo, in inverno, nel dopo cena: i dj che chiamiamo di volta in volta propongono infatti sia musica commerciale, o techno, sia balli e canti tipici delle Dolomiti seguendo anche le richieste dei clienti presenti in quel momento”.

Senza dubbio, dal turista estivo a quello invernale, sia italiano che straniero, cambia il modo di fruire delle Dolomiti fin da quando è iniziato il turismo in questa ampia e bellissima area montuosa che tutto il mondo ci invidia. Quello che sta cambiando, anzi diminuendo, è invece il divario numerico delle presenze fra estate ed inverno: la pandemia, in questo, ha giocato un proprio ruolo solo in un secondo momento.
“Il cambiamento – spiega Joel Costner – è iniziato nel 2009 quando queste montagne sono entrate a far parte del patrimonio dell’Unesco: nelle estati precedenti infatti il locale della mia famiglia, come tutte le altre attività commerciali e ricettive del posto, non lavorava allo stesso modo. Oggi assistiamo ad un aumento esponenziale delle prenotazioni e delle presenze che non si limita a giugno, luglio ed agosto, ma arriva fino alla fine di settembre e dunque all’inizio dell’autunno”.
“Una valorizzazione del territorio nel periodo estivo -aggiunge- passata anche, per quanto riguarda il turismo italiano, dalla serie televisiva ‘Un passo dal cielo’, in onda dal 2011, che ha avuto come protagonista Terence Hill” (n.d.r.: come prima location del programma fu scelta San Candido, val Pusteria, località a 60 km circa da Colfosco, oggi nota anche per aver dato i natali al celebre tennista Jannik Sinner).
A fine febbraio 2020, come noto, è iniziata la pandemia che ha comportato la chiusura di tutti i locali per diversi mesi e la successiva graduale riapertura con ingressi contingentati e l’impossibilità, fino a poco tempo fa, per esempio, di fare serate con musica dal vivo.
“Il blocco totale della stagione invernale 2020-2021, come la successiva riapertura con clientela limitata, per noi ha comportato un danno importante – sottolinea Costner-, poi però, dal nostro punto di vista, le cose, nel corso dei mesi, sono molto migliorate: da un lato la scorsa estate abbiamo lavorato decisamente bene grazie anche ai turisti italiani che, per evitare gli affollamenti delle località di mare, hanno riscoperto la montagna, dall’altro per le norme anti-covid ancora in vigore che hanno spinto gli altri locali della zona a ridurre l’orario di apertura. Noi tutt’ora infatti siamo l’unico locale nel raggio di alcuni chilometri ad essere aperto fino a tardi: questo comporta il fatto che molti ragazzi che lavorano in ristoranti o strutture ricettive, una volta finito l’orario di lavoro, vengano nel locale per mangiare o bere qualcosa, ascoltare musica e passare in compagnia qualche momento di relax e spensieratezza”.
Proprio questo è il tema al quale accennavamo ad inizio articolo, ovvero l’importanza non solo della clientela turistica o locale, ma anche di quella costituita da giovani e meno giovani che lavorano abitualmente o stagionalmente nelle altre strutture commerciali e ricettive della zona: anch’essa si distingue per essere assai eterogenea, composta da valligiani e persone provenienti da tutto il mondo che si trovano a convivere in questa valle per diversi mesi.

Non fa eccezione lo staff dell’Altrove dove, in questa stagione invernale, oltre al proprietario, badiota doc, e ad una storica e fidata collaboratrice veneta che da tempo vive a Colfosco, fra gli altri vi sono un ragazzo dell’Isola d’Elba ed una ragazza originaria dell’Ecuador. Per questo motivo, con ogni probabilità, uno degli obiettivi principali dell’Altrove è proprio quello di rappresentare un luogo dove si possano divertire e sentire sia immersi nelle Dolomiti che nei propri luoghi d’origine persone diversissime fra loro per tradizioni, lingue e culture.




