Il 2025 sarà l’anno della resa dei conti per la ‘craft beer revolution’?
A gennaio scrivevamo che non si poteva prevedere con esattezza cosa avrebbe riservato il nuovo anno all’antica bevanda in versione artigianale, ovvero quella che viene prodotta nei birrifici di medie e piccole dimensioni, dato che si arrivava da un biennio durante il quale tutta la filiera aveva sofferto molto. In questo articolo affronteremo e analizzeremo gli scenari che attendono il mercato della birra artigianale.
Un settore in crisi tra chiusure e tentativi di rilancio
Il 2023 e il 2024 hanno fatto registrare la chiusura di numerose realtà del settore, ma anche l’avvio di progetti importanti dal punto di vista economico per rilanciare la birra artigianale nostrana. Il problema è che la cura non sta funzionando, anzi sta causando una serie di repentine chiusure causate dall’impossibilità di sostenere le spese a fronte di ricavi troppo esigui.
Quello che era nell’aria da un po’ di tempo, momento assai temuto da appassionati e addetti ai lavori, sembra quindi essere arrivato: il 2025 potrebbe essere l’anno della resa dei conti per la birra artigianale. Questo non solo per quella italiana: anche due importanti mercati come quello britannico e quello americano stanno attraversando un periodo alquanto complicato.
Crescita incontrollata e mercato saturo
Anni di crescita incontrollata del numero di produttori e di tutta la filiera, senza un proporzionale aumento della domanda interna e dell’export, hanno creato gravi fragilità a un settore oggi sovradimensionato per il bacino d’utenza del quale dispone. L’attuale situazione economica sembra aver dato il colpo di grazia.
Nei primi due mesi del 2025 si sono registrate numerose chiusure, vendite e ridimensionamenti a “beer firm” di nomi storici della scena nazionale. Molti addetti ai lavori sono certi che la lista si allungherà ulteriormente.
Il segnale preoccupante della fiera ‘Beer and Food Attraction 2025’
Le cronache raccontano che qualunque appassionato di birra abbia visitato la fiera ‘Beer and Food Attraction 2025’ appena svoltasi a Rimini ha notato un aspetto preoccupante. L’evento, nel complesso, è stato un successo grazie all’aumento del numero di stand dedicati all’universo della birra, ma nel padiglione riservato ai birrifici indipendenti si respirava un’aria molto meno positiva. Il numero degli espositori era notevolmente inferiore rispetto alle passate edizioni.
Questa situazione conferma la previsione di diversi analisti: il settore sta vivendo una ‘selezione naturale’ dovuta alla saturazione del mercato italiano, caratterizzato da un’eccessiva presenza di birrifici di piccole e medie dimensioni e da un numero sempre più elevato di referenze brassicole.
Errori di valutazione e mancata adattabilità
Uno dei motivi della crisi è stata la convinzione, da parte di molti mastri birrai e piccoli investitori, che la qualità del prodotto sarebbe bastata per sopravvivere. In realtà, il mercato sta premiando le aziende più solide economicamente e quelle in grado di elaborare nuove strategie per adattarsi alle esigenze dei consumatori.
Il declino della birra artigianale anche nei mercati inglese e americano
Mentre l’Italia si prepara a un annus horribilis per la birra artigianale, due storici mercati di riferimento come quello inglese e quello statunitense non se la passano meglio.
Gran Bretagna: chiusure record e difficoltà strutturali
Secondo i dati della Society of Independent Brewers (SIBA), il 2024 ha visto la chiusura di un centinaio di birrifici, il numero più alto mai registrato. Anche il Camra, storico promotore dei pub britannici, ha confermato questa tendenza negativa.
La ‘craft beer revolution’ d’oltremanica, iniziata nel 2002 grazie agli sgravi fiscali voluti dall’allora premier Gordon Brown, sembra giunta al termine. Le cause principali sono:
- rincari su materie prime ed energia;
- marginalità ridotte all’osso;
- calo del potere d’acquisto dei consumatori;
- aumento delle accise sugli alcolici voluto dal governo di Rishi Sunak.
Inoltre, la SIBA denuncia pratiche scorrette da parte dei grandi marchi industriali, che acquisiscono piccole realtà e le commercializzano in modo aggressivo, togliendo quote di mercato ai veri birrifici artigianali.
Stati Uniti: il primo dato negativo nella bilancia aperture/chiusure
Attraversando l’oceano, il quadro non migliora. Secondo la Brewers Association, il 2024 ha fatto registrare 399 chiusure a fronte di sole 335 nuove aperture: è la prima volta che il saldo diventa negativo.
I problemi sono iniziati con la pandemia, come sottolinea Bart Watson, presidente della Brewers Association: “La pandemia ha cambiato le abitudini di consumo del pubblico anche per quanto riguarda la birra”.
Dati allarmanti arrivano da diversi stati:
- Colorado: -3% di birrifici attivi;
- California e Pennsylvania: -4% di birrifici attivi;
- Consumo annuo di birra negli USA: -2%.
Verso una nuova era per la birra artigianale?
Se gli appassionati di birra artigianale di tutto il mondo si preparano a salutare alcuni dei loro produttori preferiti, molti professionisti del settore vedono questa crisi come un riassestamento necessario.
A sopravvivere saranno solo le aziende economicamente più robuste e quelle in grado di adattarsi alle nuove dinamiche del mercato. In Italia, il settore risulta ancora sovradimensionato e troppo restio ai cambiamenti, un problema che dovrà essere affrontato al più presto per garantire un futuro alla birra artigianale nel nostro Paese.
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