L’Associazione italiana celiachia e Fipe Confcommercio hanno recentemente sottoscritto un accordo per sviluppare e promuovere iniziative ed eventi formativi volti a sensibilizzare e far conoscere la celiachia e le esigenze di chi ne ha colpito.
Si tratta infatti di una delle problematiche alimentari più complesse e diffuse, quella di chi non tollera il glutine, e l’obiettivo dell’operazione è di fare sì che tutti i malati possano essere a proprio agio e al sicuro quando vanno a mangiare fuori (per lo meno nei locali della sigla citata che aderiranno al progetto). Statistiche commissionate nell’ambito di questo progetto hanno dimostrato come vi sia poca conoscenza da parte dei ristoratori, che si tramuta anche poca sicurezza da parte loro, tanto che molti preferiscono non metter a menu proposte senza glutine, ma le dichiarano e forniscono solo su esplicita richiesta.
I dati dicono anche che le persone celiache in Italia sono 600 mila, ed è un numero in continua crescita; si tratta di una patologia pesante, che permane per una vita intera, e per la quale è necessaria una dieta sicura.
L’obiettivo è quello di formare e sensibilizzare accuratamente tutti i professionisti aderenti e dare quindi una certezza in più a chi frequenterà i locali da essi gestiti. L’incontro di presentazione del protocollo è stato occasione anche per sfatare falsi miti come quello che non si possa garantire sicurezza senza avere ambienti dedicati alla cucina senza glutine.
“Con questo accordo – ha detto Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio – ci impegniamo a sensibilizzare ancor di più i ristoratori sul tema della celiachia, una malattia che ancora oggi è sottostimata e oggetto di molta disinformazione. Non si tratta solamente di ampliare e adattare l’offerta nel menu, ma anche di agire con azioni di formazione per il personale riguardo la preparazione, la conservazione e la somministrazione degli alimenti gluten free”.
