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Cresce il comparto delle birre a basso contenuto alcolico

Quale la nuova tendenza del mercato italiano della birra spinta dalle nuove generazioni? Le bevande a bassa gradazione alcolica.

Il mercato dell’antica bevanda, come tutti gli altri, è in continua evoluzione: rapido o veloce che sia, il cambiamento riguarda sia le tipologie prodotte che le scelte dei consumatori di tutto il mondo. Le nuove richieste degli appassionati, in particolare, mutano con il passare delle generazioni.

Un termine, quest’ultimo, che viene utilizzato per raccontare quelle che, a grandi linee, sono anche le preferenze in fatto di birra relativamente a determinate fasce d’età: per questo motivo, prima di addentrarci nel tema dell’articolo, può essere utile rielencare tutte le classi in modo da avere un quadro più nitido.

La classificazione ha avuto inizio al termine del XIX secolo e, inizialmente, si basava esclusivamente sulle comuni esperienze culturali avute da un determinato gruppo di persone. Ecco quindi l’elenco completo: Generazione perduta (1883-1900), Greatest Generation (1901-1927), Generazione silenziosa (1928-1945), Baby boomers o “Boomers” (1946-1964), Generazione X (1965-1980), Generazione Y o “Millennials” (1981-1996),Generazione Z o “Centennials” (1997-2012), Generazione Alpha o “Screenagers” (2013-2024).

Ricambio generazionale della cui incidenza sul mercato brassicolo avevamo già avuto modo di raccontare in un articolo dedicato allo sviluppo del settore delle birre analcoliche: questo, a livello mondiale, secondo gli analisti è destinato a crescere notevolmente nei prossimi anni fino a raggiungere, nel 2026, il valore di 29 miliardi con un balzo del proprio valore del 7,5% circa.

Un’aspettativa ed una tendenza che rispecchiano anche il crescente apprezzamento verso i prodotti a basso contenuto alcolico, come evidenziato da una ricerca effettuata sul mercato italiano: uno studio che ha messo in risalto come, anche nella penisola, questa sia la preferenza soprattutto delle nuove generazioni.

I dati sono stati raccolti nel corso del 2024 dagli istituti di ricerca Iwsr e Bva Doxa e hanno delineato un quadro chiaro di questa trasformazione, nella quale il ‘poco alcolico’ ed il concetto di ‘soft plesure’ (‘piacere morbido’) si affermano come le due tendenze dominanti. La birra, inoltre, secondo gli intervistati, si conferma la bevanda in grado di unire i due aspetti dato che già di norma, è caratterizzata da una gradazione alcolica contenuta.

Secondo questa indagine, inoltre, la domanda di bevande alcoliche leggere è destinata a crescere del 6% entro il 2027: questo trend è spinto in particolare dai consumatori della Generazione Z (in età legale per consumare alcol), con il 75% che dichiara di aver ridotto il consumo di alcol. Anche i Millennials (66%) e la Generazione X (60%) seguono questa direzione, mentre il dato scende al 54% per i Boomers.

Le motivazioni principali includono una maggiore attenzione al portafoglio: i più giovani, in particolare, privilegiano infatti una logica di consumo improntata alla qualità confermando la propria preferenza anche per quei prodotti che offrono aromi e fragranze particolari;il tutto senza eccessi non solo in termini di gradazione alcolica ma anche di quantità consumate.

In Italia quindi il concetto di ‘soft pleasure’ sta diventando un pilastro delle nuove abitudini di consumo, riflettendo un cambiamento anche nelle preferenze birrarie. Un fenomeno che, secondo gli analisti, sarebbe particolarmente evidente durante la stagione invernale, quando le persone tendono a privilegiare i momenti d’intimità all’interno delle mura domestiche.

La nuova tendenza si traduce quindi in una maggiore moderazione da parte dei più giovani per quanto riguarda il consumo di bevande caratterizzate da un’elevata gradazione alcolica: in questo contesto la birra emerge come un prodotto particolarmente apprezzato per la sua versatilità e il basso costo. Un aspetto, quello della ricerca di bevande a prezzi contenuti, che lascia però trasparire una minore richiesta di prodotti brassicoli artigianali (ovviamente più costosi) e dunque svela una delle cause alla base delle difficoltà riscontrate negli ultimi anni dai birrifici medio-piccoli italiani: un controsenso quindi rispetto a quanto sottolineato dalla medesima ricerca parlando del fatto che i più giovani cercano prodotti di maggiore qualità.

La capacità di offrire gusto e soddisfazione senza un’elevata gradazione alcolica rende la birra il complemento ideale per i momenti di relax e socialità: questa è anche una delle ragioni per le quali, anche in Italia, sta diventando la bevanda preferita in un numero crescente di contesti, come ricorrenze e brindisi natalizi.

Un esempio di risposta a questa tendenza del mercato arriva da ‘32 Via dei Birrai’: il birrificio veneto, fondato nel 2006, ha intravisto già da tempo le possibilità di questo genere di prodotto e, per questo motivo, ha realizzato una birra artigianale a basso contenuto alcolico (3,2%).

La bevanda, che si chiama ‘3+2’, è caratterizzata da un profilo organolettico che combina aromi fruttati e speziati a un gusto fresco e leggermente acidulo, un mix che la rende dissetante e gradevole: per questo motivo riflette il nuovo approccio al bere che sta conquistando una fetta di pubblico sempre più ampia, in modo particolare al cospetto delle nuove generazioni.

I dati di mercato, e l’iniziativa del birrificio veneto, confermano dunque che il mercato delle birra sta abbracciando un cambiamento culturale significativo e, dato che il concetto di ‘soft pleasure’ continua a guadagnare terreno, le aziende del settore sono chiamate a rispondere con proposte che rispecchino le nuove esigenze dei consumatori.

Un quesito, quello che richiede di riuscire a soddisfare le nuove richieste che vengono soprattutto dai più giovani, che rappresenterà una delle sfide cruciali per il comparto della birra artigianale, che, rispetto ai big del settore brassicolo (molto più solidi dal punto di vista economico), deve essere sempre molto rapido a rispondere ai nuovi gusti del mercato.

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