I fluo drink tornano trendy, dopo 5 anni dal primo boom. Perché come la moda, anche la mixology si ripete. E con tempi simili.
“Il mondo del bartending si ricicla spesso e quasi nessuno ci fa più caso. I social media, che se usati bene rendono popolari velocemente, amplificano una tendenza tipica di questa fase storica. E pensare che fino a pochi anni fa solo di rado i barman creavano un book fotografico dei drink in carta”. Chi parla è Dario Comini. Che poi aggiunge: “Oggi per gli under 35 tutto è nuovo. Non conoscono i drink del passato, né quelli degli anni ’90, 2000”.
Nicole Cavazzuti e Dario Comini
Il fondatore e titolare del Nottingham Forest di Milano, pioniere in Italia a proporre i fluo drink, puntualizza poi: “Come nella moda, nella mixology ci sono dei cicli. E io non sono contrario alla rivisitazione di cocktail già visti, ma non mi piacciono le fotocopie senza creatività”.
Tra i best seller fluo del Nottingham, un Gin Tonic Fluo servito in un bauletto da chimico con una lampada UV, un backer con ghiaccio, anice stellato e cannella, una brocca di e una fiala con il gin arricchito da vitamina B2.
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it.
Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication.
Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine.
Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.