HomeBirraGiro del mondo in birra: ecco com'è la cerveza in Costa Rica

Giro del mondo in birra: ecco com’è la cerveza in Costa Rica

Costa Rica: ecco la seconda tappa del centro America del nostro tour alla scoperta dei prodotti brassicoli che si trovano nei cinque continenti.

Parliamo di birra in Costa Rica, dopo aver indagato il prodotto del Belize. Parliamo di un Paese che si affaccia sia sull’oceano Pacifico che sul mar dei Caraibi.
Non a caso è celebre per le sue spiagge, ma non solo…

Il territorio del Costa Rica, costellato nell’entroterra di catene montuose (la vetta più alta è quella del monte Chirripò con i suoi 3820 metri) e vulcani, è attraversato da una foresta pluviale caratterizzata da una grandissima biodiversità. A questa varietà di specie vegetali (qui troviamo il più ampio numero di generi di orchidee del mondo) ed animali, si unisce un sistema idrografico composto da corsi d’acqua piuttosto brevi, ma con una portata relativamente elevata e grazie ad essi il Paese copre l’80% del proprio fabbisogno energetico: per questo motivo il Costa Rica, nel 2015, è stato nominato Stato del mondo con il maggior livello di sostenibilità ambientale.

Per quanto riguarda la storia del territorio, abitato dall’epoca preistorica del Pleistocene (circa 2,5 milioni di anni fa), la scoperta da parte degli europei è legata al quarto viaggio nelle Americhe di Cristoforo Colombo (1502) che la battezzò ‘Castilla del oro. La prima esplorazione all’interno dell’attuale Costarica invece è stata effettuata dai colonizzatori spagnoli: nel 1563 Juan Vasquez de Coronado assoggettò le popolazioni locali e fondò la città di Cartago che sarebbe stata il capoluogo della colonia costaricana fino al 1823, ovvero due anni dopo l’indipendenza dal dominio spagnolo durato ininterrottamente per più di due secoli e mezzo.

Successivamente, il territorio fu interessato da due conflitti: il primo causato dal rifiuto dell’annessione al Messico da parte delle popolazioni locali (1839-1842) ed il secondo dalle incursioni di filibustieri americani guidati dall’avventuriero William Walker (1855-1856).

Dopo quasi un secolo di pace, il Paese è stato interessato da una guerra civile durata poco più di un mese (12 marzo-24 aprile 1948) provocata dalla decisione dell’Assemblea legislativa d’invalidare il risultato delle elezioni presidenziali: al termine di questa, primo e tutt’ora unico Paese al mondo, la Costa Rica, per ragioni politiche ed economiche, ha deciso di abolire le forze armate.

La rinuncia alle truppe militari ha consentito l’indirizzamento delle risorse verso altri settori e ha comportato, fra le altre cose la costruzione di numerose opere pubbliche e la preservazione del patrimonio faunistico e floristico: una notevole parte del territorio (27,9%) oggi è costituita dal parco nazionale.

Questa situazione di stabilità, negli ultimi decenni ha inoltre favorito la nascita di numerosi piccoli birrifici: anche il Costarica è infatti interessato, come tanti altri Paesi del mondo, dal fenomeno definito come ‘craft beer revolution’: si tratta della realizzazione artigianale di prodotti brassicoli mediante l’utilizzo delle materie prime offerte dal territorio; un processo che consente una notevole differenziazione rispetto alle birre industriali. Nel caso specifico sono realizzate con ingredienti quali ananas, mango, cocco e cacao.

L’avvio della prima produzione industriale autoctona di birra o fria (che in spagnolo significa ‘fredda’) come viene comunemente chiamata, risale invece al 1924 quando la società Florida Ice and Farm Company, con sede nella provincia di Heredia, lanciò la lager Imperial le cui bottiglie tuttora si distinguono per l’etichetta raffigurante un’aquila imperiale di design europeo normalmente usata su emblemi e scudi di famiglia.

Questo logo, insieme alle peculiarità del prodotto, sottolinea il legame con le tradizioni brassicole del Vecchio Continente. Si tratta di una lager con una gradazione alcolica del 5% che presenta una schiuma sottile e nella quale risalta l’amaro del luppolo. Al palato offre lievi note dolci date dai malti utilizzati e si caratterizza per un sapore secco ideale per rinfrescare nelle torride giornate tipiche del clima equatoriale costaricano.

Birra Imperial

Un’altra referenza molto apprezzata della Florida che negli ultimi decenni con i suoi prodotti ha sottratto importanti quote del mercato interno alle birre importate quali Heineken e Corona, è la Pilsen. Si tratta di un’altra lager con una gradazione del 5% che presenta un’abbondante schiuma: la ricetta, oltre ai quattro ingredienti canonici, prevede l’impiego del mais.

birra Pilsen

Dando uno sguardo all’ampia offerta di prodotti artigianali (il portale Rate Beer ne annovera 50), una birra davvero particolare è la Tosta che viene realizzata mediante l’utilizzo di cacao del Costarica. È ispirata alle tradizionali Barley Wine (letteralmente ‘vino d’orzo’) inglesi, ovvero le birre ad alta fermentazione che, per gradazione alcolica, più si avvicinano al vino. Viene prodotta con puro malto pale del tipo Maris Otter e Crystal ai quali si unisce il luppolo Golding che conferisce a questa birra note molto calde: di color ebano, mette in risalto l’aroma della nocciola, del caramello e del cacao.

Tosta, birra

Questa birra viene consumata con piatti tipici della cucina costaricana, in modo particolare i patì (fagottini di pasta brisè ripieni di carne piccante e spezie) oppure le più famose empanadas la cui ricetta è simile (generalmente si aggiungono formaggio e fagioli). Da quanto detto si evince di come anche in Costarica i prodotti brassicoli, di derivazione europea, siano entrati a far parte della quotidianità e della cultura locale.

Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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