HomeIntervisteGrappa nei cocktail: l’arte innovativa di Michele Piagno

Grappa nei cocktail: l’arte innovativa di Michele Piagno

La grappa, simbolo della tradizione italiana, è da sempre considerata un distillato da meditazione, da gustare in purezza a fine pasto. Negli ultimi anni questo distillato ha trovato una nuova vita nei bicchieri dei bartender più creativi. Tra i protagonisti di questa rivoluzione c’è Michele Piagno, mixologist friulano che ha saputo trasformare la grappa in un ingrediente moderno e sorprendente, firmando cocktail d’autore in collaborazione con realtà iconiche come la famiglia Nonino. La sua visione unisce rispetto per la tradizione e apertura all’innovazione, dimostrando che la grappa può diventare la base di drink eleganti, contemporanei e autenticamente italiani.

La grappa: un distillato identitario e complesso

Cocktail con grappa Nonino in mixology

Per comprendere la portata della sfida di Piagno, bisogna partire dall’essenza della grappa. Si tratta dell’unico distillato al mondo ottenuto esclusivamente dalla vinaccia, residuo della vinificazione, che in Italia ha trovato la sua patria naturale. È un prodotto che porta con sé secoli di storia, un patrimonio culturale che racconta l’evoluzione della viticoltura e della distillazione artigianale del nostro Paese.

Tradizionalmente associata al consumo in purezza, la grappa ha sempre avuto la fama di distillato forte e a tratti spigoloso, amato dagli intenditori e spesso ritenuto poco accessibile dal grande pubblico. Il suo profilo aromatico intenso, la struttura decisa e la forte identità territoriale l’hanno resa un simbolo della cultura enogastronomica italiana, ma anche un ingrediente difficile da domare in miscelazione.

Eppure, proprio in questa complessità risiede la sua forza. Come sottolinea Michele Piagno, la grappa non è un distillato facile, ma se usata con equilibrio diventa una risorsa creativa capace di regalare al cocktail una personalità inconfondibile. Non un semplice ingrediente, ma un vero protagonista in grado di dialogare con le altre componenti di un drink senza perdere la propria anima.

Michele Piagno: un ambasciatore della grappa nella mixology

Originario del Friuli, Michele Piagno è un nome conosciuto nella scena della mixology italiana. La sua filosofia si basa su un approccio rispettoso della materia prima e al tempo stesso orientato alla sperimentazione. Nel corso della sua carriera ha collaborato con brand di spicco del settore, ma la sua partnership con Nonino rappresenta un capitolo particolarmente significativo.

Nonino è una delle aziende simbolo della distillazione italiana. Fondata nel 1897, ha contribuito in modo determinante alla valorizzazione della grappa, portandola da distillato rustico a eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. L’incontro tra la tradizione Nonino e la creatività di Piagno ha generato cocktail che sono diventati esempi di come la grappa possa trasformarsi in un ingrediente versatile e contemporaneo.

Per approfondire altri protagonisti e storie legate al mondo della grappa è possibile consultare ApeTime Magazine Liquori Distillati.

Cocktail con grappa: dalle creazioni d’autore alle nuove tendenze

Il NoniTo: freschezza e identità italiana

Tra le creazioni firmate da Piagno spicca il “NoniTo”, un twist tutto italiano sul classico Mojito. Al posto del rum, protagonista è la grappa Nonino, che dona al cocktail una profondità aromatica unica. La freschezza della menta e la vivacità del lime trovano nella grappa una spalla decisa ma elegante, capace di sorprendere anche chi non aveva mai pensato di bere la grappa in un drink.

Questo cocktail rappresenta al meglio la filosofia di Piagno: rendere accessibile la grappa attraverso ricette semplici, fresche e immediate, capaci di conquistare sia il pubblico giovane che i palati più esigenti. Per altre ricette e idee di miscelazione, si può visitare il portale ApeTime Ricette.

Il Sacher d’Amore: eleganza e golosità

Un altro esempio è il “Sacher d’Amore”, un cocktail che unisce la forza della grappa a note dolci e raffinate ispirate alla celebre torta viennese. Qui il distillato si intreccia con aromi golosi e avvolgenti, dando vita a un drink che sorprende per equilibrio e originalità. L’idea alla base è dimostrare che la grappa non deve essere confinata a un consumo austero, ma può diventare protagonista di esperienze multisensoriali.

Nuove interpretazioni per il futuro

Accanto a queste ricette già affermate, Piagno sta lavorando a nuove interpretazioni che guardano al futuro della mixology. Le parole chiave sono italianità e contemporaneità: cocktail che valorizzano le radici culturali del nostro Paese, ma con uno sguardo internazionale, pronto a dialogare con le tendenze globali.

Le sfide della grappa in miscelazione

L’utilizzo della grappa nei cocktail non è privo di difficoltà. Secondo Piagno, la principale sfida è quella di mantenere l’equilibrio. La grappa è un distillato con una personalità molto forte e non può essere trattata come un semplice sostituto di altre basi alcoliche.

  • Evitare che la grappa sovrasti gli altri ingredienti: deve dialogare con armonia.
  • Valorizzare le caratteristiche aromatiche: ogni tipologia di grappa porta con sé un profilo diverso.
  • Educare il consumatore: molti associano la grappa a un’esperienza impegnativa, ma nei cocktail diventa sorprendentemente elegante.
  • Sperimentare con intelligenza: la grappa offre potenzialità infinite, ma richiede sensibilità e rispetto.

Queste linee guida sono fondamentali per chiunque voglia cimentarsi con la grappa in mixology, sia professionisti dietro al bancone che appassionati a casa.

La grappa e il nuovo pubblico della mixology

Cocktail con grappa Nonino di Michele Piagno

Uno degli aspetti più interessanti dell’evoluzione della grappa nei cocktail è il cambiamento del pubblico. Se un tempo era considerata un distillato per intenditori maturi, oggi sta conquistando una generazione più giovane, curiosa e aperta alle novità.

Le nuove generazioni di bartender stanno riscoprendo la grappa non come reliquia del passato, ma come distillato vivo, contemporaneo e ricco di significato. Allo stesso tempo, i consumatori più giovani mostrano sempre maggiore interesse per prodotti autentici e legati al territorio, due valori che la grappa incarna alla perfezione.

Questo cambiamento culturale è fondamentale: inserire la grappa nel linguaggio moderno dei cocktail significa rafforzare la sua identità e garantirle un futuro di crescita anche oltre i confini italiani. Un quadro che trova riscontro anche nella crescita di locali innovativi, consultabili attraverso il portale ApeTime.

Il ruolo dei produttori: l’esempio di Nonino

La rinascita della grappa nel mondo della mixology non sarebbe possibile senza il lavoro di aziende come Nonino. Negli ultimi decenni, la famiglia Nonino ha rivoluzionato la percezione della grappa, puntando sulla qualità delle materie prime, sulla ricerca e sull’innovazione.

Dalla creazione della prima grappa monovitigno negli anni ’70 fino ai distillati più recenti, Nonino ha saputo comunicare la grappa come prodotto premium, adatto non solo al consumo tradizionale ma anche come ingrediente di cocktail d’autore. La collaborazione con bartender come Michele Piagno dimostra come la sinergia tra produttori e mixologist possa generare nuove opportunità. Non si tratta soltanto di creare drink originali, ma di diffondere una cultura della grappa più moderna e accessibile.

Per un elenco di aziende specializzate nel settore alcolici, è utile visitare il portale Fornitori HoReCa.

Il futuro della grappa nei cocktail

Guardando al futuro, la grappa sembra destinata a giocare un ruolo sempre più importante nella mixology internazionale. Le tendenze globali vanno nella direzione di valorizzare prodotti autentici, legati al territorio e capaci di raccontare una storia.

In questo contesto, la grappa possiede tutte le carte in regola per affermarsi come distillato di riferimento per la mixology italiana. Non sarà mai un ingrediente neutro o facile, ma proprio questa caratteristica la rende unica e preziosa.

Secondo Piagno, nei prossimi anni vedremo sempre più cocktail “Made in Italy” con la grappa come protagonista. Dai bar d’hotel alle realtà indipendenti, fino agli eventi internazionali dedicati al food & beverage, la grappa sta iniziando a guadagnarsi un posto di rilievo accanto a gin, rum e whisky.

Le domande più comuni sulla grappa nei cocktail

Quali cocktail famosi si possono reinterpretare con la grappa?

Drink come il Mojito, il Negroni o il Sour possono essere rivisitati sostituendo la base alcolica con grappa, ottenendo versioni sorprendenti e dal carattere italiano.

Qual è la differenza tra grappa bianca e invecchiata in mixology?

La grappa bianca offre freschezza e note vegetali, ideale per cocktail leggeri. Quella invecchiata, con sentori più complessi, si presta a drink strutturati e da meditazione.

La grappa può piacere a chi non la beve normalmente?

Sì. Nei cocktail, la grappa perde parte della sua intensità e diventa elegante e armoniosa, conquistando anche chi non è abituato a berla liscia.

Quali sono i consigli per usare la grappa a casa nei cocktail?

Scegliere una grappa di qualità, abbinarla a ingredienti freschi e non avere paura di sperimentare. Anche un semplice Grappa Sour può rivelarsi sorprendente.

Una nuova vita per la grappa nei bicchieri contemporanei

La grappa nei cocktail non è una moda passeggera, ma un movimento culturale che unisce tradizione e innovazione. Grazie a professionisti come Michele Piagno e al lavoro di produttori visionari come Nonino, questo distillato simbolo dell’Italia sta trovando nuova vita nei bicchieri dei bartender di tutto il mondo.

Se vuoi leggere altri articoli su Michele Piagno: Mojito: la ricetta originale, i segreti e 50 versioni d’autore

 

Redazione ApeTime
Redazione ApeTimehttps://www.apetime.com
ApeTime è un sistema di portali digitali e profili social dedicati a Bar, Ristoranti e Hotel che propongono Cocktail, Aperitivi, Food, Beverage, Hospitality e a tutte le aziende fornitrici del settore Ho.Re.Ca.

Aziende • Prodotti • Servizi

VINO

Dolce Salato