HomeBirraHelios: una novità nel mondo dei luppoli da birra

Helios: una novità nel mondo dei luppoli da birra

Il nuovo protagonista del panorama brassicolo internazionale

Il luppolo: fondamenta della birra tra aroma e sostenibilità

Prima di tutto un breve ripasso, prima di esplorare Helios: il luppolo è un’erba rampicante appartenente alla famiglia delle Cannabacee, le cui infiorescenze femminili, dette coni o strobili, forniscono delle resine utili all’aromatizzazione della birra e, nelle odierne versioni della bevanda, servono a bilanciare la dolcezza del malto dato che apportano delle importanti note amaricanti.

Il luppolo, inoltre, svolge un’azione antibatterica, favorisce la coagulazione delle proteine e fornisce una schiuma “buona” e stabile: queste proprietà sono note da secoli, motivo per cui il suo utilizzo si è diffuso a partire dall’epoca medioevale specie nei monasteri che producevano birra. Oggigiorno i più importanti coltivatori della pianta sono la Germania e gli Stati Uniti, entrambe con circa 43.000 tonnellate di prodotto all’anno. Le molte varietà di luppoli esistenti vengono suddivise in due categorie: quelli da aroma e quelli da amaro.

Helios: il nuovo luppolo multifunzione dagli USA

Alcuni di essi possono svolgere entrambe le funzioni: una caratteristica questa che appartiene al luppolo Helios, l’ultima novità in tal senso arrivata dal mercato americano. Si tratta di una cultivar che, nel 2024, ha visto raddoppiare la sua produzione: questo nonostante il mercato di settore d’oltreoceano l’anno scorso abbia fatto registrare un drastico calo del 16%.

Il luppolo in questione fu lanciato sul mercato in forma sperimentale nel 2020 e, come accade in questi casi, inizialmente venne identificato semplicemente mediante un codice, ovvero HS15619: la fase di sperimentazione però durò pochi mesi e già nel 2022 ottenne lo status commerciale definitivo, per il quale fu identificato con il nome attuale.

Un nome mitologico per una pianta potente

Helios, come molti sanno, secondo la mitologia greca era il dio del sole, colui che con il suo carro alato segnava il passaggio dal giorno alla notte; un’immagine che il nuovo luppolo, grazie alle sue dimensioni ragguardevoli e alla sua crescita imponente, potrebbe suggerire a chi cammina fra i suoi filari.

In altre parole i campi di questa nuova cultivar sarebbero così rigogliosi da oscurare la luce del sole, proprio come il dio greco decideva l’alternanza tra la luce e il buio: una metafora assai forzata e audace, ma che, senza dubbio, ha un suo perché in termini di marketing.

Questo anche per il fatto che non è la prima referenza di settore il cui nome rimanda al culto dell’antica Grecia: nel 2006 infatti, sempre negli Stati Uniti, nacque l’Apollo (stesso nome del dio della musica e delle arti mediche che trainava il carro del sole), un luppolo caratterizzato da una straordinaria concentrazione di alfa-acidi, ovvero i composti organici che sono alla base delle note amare presenti nella birra.

Prestazioni agronomiche, sostenibilità e resa

Il collegamento non è casuale dato che l’Helios rappresenta un passo avanti significativo proprio rispetto a questa pianta: la seconda infatti mostra una maggiore concentrazione delle componenti amaricanti e una migliore resistenza genetica alle malattie che colpiscono le sue infiorescenze, ovvero le componenti che servono nella produzione birraria.

Per questo motivo l’ultimo aspetto è fondamentale dato che si traduce in un impatto positivo molto importante in termini di sostenibilità: poiché richiede una manutenzione decisamente limitata, l’Helios vanta una delle impronte di carbonio più basse sul mercato (si tratta del parametro che quantifica le emissioni di gas serra rilasciate nell’ambiente che contribuiscono al riscaldamento globale intrappolando il calore creato anche dalle attività produttive).

Le sue prestazioni agronomiche sono dunque eccellenti e spiegano gli investimenti che i coltivatori americani stanno concentrando su questa nuova varietà di luppolo. La tendenza, come altrove, è infatti quella di ridurre le aree destinate a questa pianta e ottenere una resa più alta da superfici meno estese: l’obiettivo dunque è ottimizzare la coltivazione del luppolo così da mantenerla sostenibile in un periodo di cambiamenti radicali per il mondo della birra.

Versatilità d’uso e profilo aromatico

L’Helios, come detto, è un’infiorescenza valida sia per l’amaro che per l’aroma in tutte le fasi del processo di produzione della bevanda: una delle peculiarità più spesso menzionate è il basso contenuto di determinate componenti chimiche, che si traduce in un amaro più piacevole e morbido rispetto a quello di altri luppoli.

Le concentrazioni di alfa acidi invece si attestano tra il 16.8% e il 21%, con una media del 18.9%, rendendolo un elemento con un notevole potenziale amaricante. L’aroma che dona alla birra viene descritto come deciso, ma con accenti puliti e morbidi, con note resinose, speziate, floreali e fruttate. Una complessità aromatica che lo rende ideale per essere impiegato in numerosi stili birrari: anche questa è una delle ragioni alla base del suo successo.

Un futuro luminoso per Helios nella birra artigianale

L’Helios rappresenta quindi un’interessante novità nel panorama dei luppoli, poiché combina delle importanti prestazioni agronomiche e un ottimo impatto per quanto riguarda la sostenibilità ambientale con un profilo piacevolmente amaro e un aroma assai complesso.

Il fatto che si tratti dell’evoluzione di una varietà che in passato ha avuto successo come l’Apollo lo candida infine a diventare un protagonista importante per il futuro della birra artigianale di tutto il mondo, anche per quella italiana: Italia dove però, almeno finora, non vi sono birrifici che impieghino tale tipologia di luppolo. Non resta quindi che aspettare di vedere chi sarà il primo a farlo e i risultati che otterrà.

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Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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