HomeVinoI millenials amanti del vino, spinti da curiosità e sostenibilità

I millenials amanti del vino, spinti da curiosità e sostenibilità

I millenials non sono solo amanti del buon vino, ma rappresentano anche la maggior parte dei buyers di prodotti vinicoli.

Ne sono incuriositi, perché? Perché la scelta del vino determina uno stile di vita e di cultura.

Il primo mito da sfatare riguardo a questa generazione, chiamata anche ‘Y’, comprendente i nati fra il 1985 e il 2000, è che apprezzino meno i rossi, le bollicine e i rosé rispetto alle generazioni precedenti. Anzi, è il contrario e sono molto attenti a quello che viene riportato sulle etichette e alle storie che ci sono dietro ad esse.

Una statistica ha infatti evidenziato che nel mondo la fetta maggiore dei buyers di prodotti vinicoli (36%) è da ricercare proprio fra i Millennials mentre la generazione precedente, la ‘X’, che rappresenta la popolazione fra i 35 e i 55 anni, ed è al secondo posto di questa graduatoria, si ferma al 34 %.

Gli esperti del settore non hanno dubbi: entro i prossimi quattro anni, sempre a livello mondiale, rappresenteranno il 50% degli acquirenti. grafico percentuali millenials e vino

Le statistiche poi ci aiutano a sfatare un altro mito, ovvero che siano più gli uomini ad apprezzare rossi e bollicine. Un’indagine condotta dal Survey Lab, focalizzata sull’Italia, mostra che la clientela del settore, per il 32%, è composta da donne Millenials, mentre i buyers uomini della stessa generazione rappresentano il 25%.

Un’altra caratteristica peculiare di questa generazione è la minore fidelizzazione alle etichette: questo perché, acquistando soprattutto attraverso internet e sfruttando la profondità dell’offerta, vengono attratti da diverse tipologie di prodotti. A catalizzare la loro attenzione sono soprattutto bottiglie che raccontano una storia legata alla cultura del territorio e che mostrano una grande attenzione alla sostenibilità ambientale.

Se infatti guardiamo alle preferenze per tipologie di vini in termini percentuali, notiamo come siano praticamente identiche: 76% il rosso, 75% il bianco e 74% le bollicine. Dunque la differenza agli occhi dei Millenials la fanno proprio la personalizzazione del packaging, per il 35%, e l’eco sostenibilità nella filiera produttiva per il 31%.

Questa voglia di sperimentare e di porre attenzione all’aspetto ambientale si collega al fatto che, nel corso degli ultimi decenni, la concezione del vino è cambiata, come è mutata, grazie ad internet, la possibilità di conoscere in poco tempo migliaia di etichette nonché le storie delle aziende che le producono: da questo, soprattutto, nasce il desiderio di sperimentare e così da semplice bevanda con cui accompagnare il cibo, la scelta del vino determina uno stile di vita e di cultura che porta ad accostamenti sempre più ricercati fra pietanze e prodotti vitivinicoli.

Millenials, brindisi bicchieri di vino

I Millennials sono quindi wine lovers desiderosi di ascoltare racconti affascinanti e fare nuove esperienze anche con la guida dei tanti wine influencer che popolano il web e narrano di rossi, bianchi e bollicine utilizzando il linguaggio prediletto da questa generazione basato sull’ironia e sull’empatia. Addio a definizioni come ‘giallo paglierino’: oggi il Prosecco è dissetante e spensierato! L’Amarone? Voluttuoso e curvy!

Redazione ApeTime
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