La chianina piace sempre di più e nel 2023 ha visto aumentare i capi allevati di circa 500 unità rispetto all’anno precedente; a dirlo è il Consorzio del vitellone bianco dell’Appennino centrale IGP per il quale gli ultimi anni sono stati tutti positivi e di crescita.
Il valore di questo dato è ancora maggiore se si considera che gli anni sono stati comunque difficili per i costanti aumenti dei costi di produzione su tutta la filiera e il potere d’acquisto delle famiglie soggetto a una costante diminuzione.
Il Consorzio di tutela del vitellone bianco dell’Appennino nasce per difendere e valorizzare l’omonima IGP, nata circa 25 anni fa, primo marchio di qualità assegnato alle carni bovine italiane e rappresenta oggi 3.134 allevamenti e 997 macellerie sparsi dall’ Emilia Romagna al Molise e alla Campania. L’aumento di capi allevati registrato nell’ultimo anno è tutto riconducibile alla razza chianina ed è il più elevato degli ultimi otto anni.

“Il trend positivo della certificazione Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP – afferma il direttore del Consorzio di tutela, Andrea Petrini – indica una filiera stabile di fronte alle grandi difficoltà che stanno colpendo il nostro settore” – Ma non son tutte rose e fiori ha sottolineato – “l’elevato valore di mercato della Chianina nel periodo ‘pre-crisi’ ha determinato negli ultimi due anni un aumento della consistenza della razza con un conseguente aumento di capi in stalla pronti alla macellazione. Una parte di questi sono stati assorbiti dalla filiera del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale mentre altri, usciti da questa filiera senza trovare collocazione equivalente sul mercato, hanno favorito una diminuzione del prezzo di vendita con un conseguente calo anche del valore di mercato, sia dei vitelli da ristallo che dei vitelloni in certificazione Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”.
Un aspetto positivo che apre la porta alla crescita invece è che sono in costante aumento le autorizzazioni rilasciate dal Consorzio per l’utilizzo della denominazione sui prodotti trasformati, quali ragù, hamburger, salumi, paste ripiene, e su quelli pronti a cuocere, che sempre più assorbono una fetta importante del prodotto certificato Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP.




