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La logistica è al collasso. E i bicchieri non si trovano. Fate scorte…

Logistica in tilt. Occhio.
Mancano i camionisti (chi si è vaccinato con Sputnik non ha diritto alla certificazione verde, tra l’altro), mentre moli e terminal ferroviari sono intasati di container. E se la logistica è nel caos, la produzione ne risente.

La logistica non riesce a sostenere una divisione internazionale del lavoro. A sentire gli economisti di Oxford Economics, lo scenario migliorerà solo quando i consumatori riprenderanno i modelli pre-pandemia e spenderanno di più in servizi, come bar, ristorante, eventi sportivi e viaggi. Ma prevedono che non accadrà prima della seconda metà del 2022.

Quindi? Cristian Lodi, titolare del Milord di Milano, in vista del Natale suggerisce di fare scorte. “Ci sono alcolici per i quali potrebbero presentarsi problemi di approvvigionamento nei mesi a venire. Intanto, già oggi io non riesco a trovare bicchieri. Non mi era mai accaduto”.

logistica Non stupisce. Le aziende di autotrasporti e i magazzini si lamentano di non avere abbastanza lavoratori per mantenere in movimento le merci. E iniziano a scarseggiare prodotti finiti, semilavorati e materie prime.

Sia chiaro: la situazione è uguale ovunque. In Inghilterra, per esempio, si fanno le code alle pompe di benzina. Non solo: il National Health Service ha consigliato di ritardare alcuni esami del sangue per via della carenza di attrezzature. Ancora: ad agosto la CBI (Confederazione dell’industria britannica) ha segnalato la peggiore carenza di scorte mai registrata dal 1977 (fonte: Blomberg).

In un recente articolo del Washingtonpost.com è stato lanciato l’SOS: negli Usa, a causa della logistica bloccata, iniziano a mancare prodotti come i ricambi per auto Honda, l’abbigliamento Lands’ End e gli attrezzi per esercizi Peloton. Che dire? Se potete, seguite il consiglio di Cristian Lodi.

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Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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