Dici “aperitivo” e subito pensi al drink. Giustamente: Spritz, Negroni, Mojito, Bloody Mary… O anche un bicchiere di bollicine, o magari un vino rosso fermo… Le possibilità sono infinite e per tutti i gusti.
Già, ma l’aperitivo non è aperitivo se, al drink, non si abbina qualcosa da mettere sotto i denti. Non solo per “assorbire l’alcol” (d’altra parte, la bevanda può essere anche analcolica), ma anche per prolungare il momento conviviale fra un sorso e l’altro e pure – diciamolo – per placare quel languorino che si presenta immancabilmente a fine pomeriggio, quando è ancora troppo presto per parlare di cena.
E qui viene il bello: vero, in certi locali la tradizione milanese dell’happy hour (importata da New York e poi esportata a sua volta in tutta Italia) ci ha abituato ad avere a disposizione di tutto e di più, peccato che il più delle volte si tratti di avanzi più o meno raffermi. E poi, se ci si rimpinza, foss’anche solo di noccioline e taralli, l’aperitivo non è più aperitivo, ovvero quel meraviglioso rito che ci fa socializzare e “decomprimere” al termine di una lunga giornata di lavoro, in attesa di godersi la cena: si rischia di sconfinare nell’aberrante territorio dell’”apericena”. Ovvero: come togliersi il piacere dell’aperitivo e quello della cena ingurgitando pizzette fredde e patatine fritte del supermercato.
Questa lunga premessa per far capire come la scelta dello stuzzichino con cui accompagnare il drink, all’aperitivo, sia un problema niente affatto banale. Deve essere gustoso ma leggero, fragrante ma veloce da portare in tavola. Se vi state chiedendo quale sia la soluzione, sappiate che la risposta l’ha già data il giornalista-buongustaio Luca Iaccarino in un articolo – ineccepibilmente argomentato – su Dissapore. Semplice al punto da sembrare banale, ma perfetto: le olive.
Proprio così, perfetto: “Il perfetto punto di contatto tra dolce, amaro, acido, grasso e salato per accompagnare un bicchier di bianco gelato. Una tira l’altra come le noccioline ma invece di invadere la bocca di quel sapore oleoso e riempire le gengive di detriti, lasciano il palato pulito, anzi, stimolano l’appetito”. Verde o scura, al naturale o farcita, l’oliva non gonfia lo stomaco, anzi stimola l’appetito; non sovrasta il gusto del drink, anzi sgrassa il palato fra un sorso e l’altro; non lascia l’amaro in bocca, anzi rinfresca.
Novità sul mercato
Sarà anche per questo che, agli storici brand produttori di olive presenti da anni sul mercato, si aggiunge oggi un altro brand altrettanto storico, ma nel settore oleario. Carapelli ha infatti lanciato una nuova gamma di olive rivolta al grande pubblico (è distribuita anche nei supermercati), ma che strizza l’occhio anche al mondo dell’Horeca. Pensate proprio per l’aperitivo, sia a casa sia al bar.

La qualità? Poco da dire, è quella di un marchio che, in quasi 130 anni di storia olearia, di olive ne ha viste (letteralmente) di tutti i colori.
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