La scorsa settimana il viaggio alla scoperta dei prodotti tipici di tutto il pianeta si trovava in Asia, per la precisione in Cambogia: qui, da secoli, la bevanda locale per eccellenza è a base di riso ed è caratterizzata da una bassa gradazione alcolica e da un aroma piuttosto dolce.
Il tour, invece, nelle due precedenti puntate, aveva fatto tappa in due Paesi dell’Africa, ovvero in Burundi e in Burkina Faso che condividono le due materie prime (banana e miglio) con cui vengono realizzati i prodotti tipici: si tratta degli stessi frutti della terra assai diffusi anche in Camerun, il Paese del quale ci occuperemo in questo articolo.
Lo Stato dell’Africa equatoriale affacciato sul golfo di Guinea è uno di quelli politicamente più stabili di tutto il continente: questo nonostante la presenza di circa 200 gruppi etnici. Nel corso dell’800 è stata una colonia di potenze europee quali la Germania e la Gran Bretagna: questo ha influenzato lo sviluppo del moderno settore birrario locale.
Il tutto è stato agevolato dal fatto che, per numerose tribù camerunensi, la bevanda che da sempre riveste una grande importanza culturale è a base di miglio fermentato ed è,a tutti gli effetti,un’antenata dei moderni prodotti brassati: il cereale in questione, inoltre, è quello che più di tutti si adatta ad essere coltivato in questa terra caratterizzata da un clima tropicale.
La semina dell’arbusto per la preparazione della bevanda si effettua ad inizio primavera;una volta che è maturato, viene raccolto ed immerso in acqua per un arco di tempo che varia dalle 7 alle 10 ore: in questo modo il cereale, coperto con foglie di manioca o taro, ha la possibilità di germogliare. Successivamente è lasciato asciugare al sole per tre giorni e, una volta asciutto, il miglio viene macinato, riposto in un recipiente con acqua e cotto per circa otto ore.
Il liquido ottenuto è filtrato e ad esso si aggiunge il lievito: il composto viene quindi lasciato fermentare per una notte ed il risultato finale è una bevanda semi-fermentata che nel tempo continua a fermentare facendo aumentare la gradazione alcolica.
Questo prodotto funge da base a numerosi altri che vengono realizzati con ingredienti diversi nelle varie regioni del Camerun: fra questi troviamo il ‘Bil-Bil’, ovvero una bevanda prodotta dalla fermentazione del miglio o del sorgo che si consuma nei tipici locali all’aperto chiamati ‘saré à bilbil’. Queste sono delle vere e proprie istituzioni (gestite da donne) e rappresentano al 100% il concetto di casa-bottega: sono il punto centrale della socialità nelle regioni settentrionali del Paese.

‘Kounou’, invece, è un termine generico che indica le birre ancestrali prodotte con diversi cereali come miglio, sorgo o grano in varie aree del Camerun: a seconda della durata della fermentazione, cambiano in maniera considerevole sia la gradazione alcolica che il profilo aromatico.
Altre bevande tradizionali a base di miglio assai diffuse in questa regione dell’Africa sono la ‘Sha’, realizzata con l’aggiunta del mais fermentato (che si consuma solo in occasione delle festività) e la ‘Valawa’ la cui ricetta prevede l’utilizzo del sorgo e della polpa di corteccia di mogano.
IL Camerun, come sottolineato in precedenza, presenta anche numerose piantagioni di banane (come vari altri Paesi del continente africano): questo frutto costituisce la base di un’altra bevanda da sempre assai apprezzata e conosciuta come ‘kasiski’.
La ricetta prevede di poter utilizzare qualunque qualità di questo frutto: l’importante è che sia maturo. Il processo produttivo vede come primo passaggio che da essi si ricavi l’’umutobe’ ovvero il succo fresco di banane, molto dolce e zuccherato che non presenta alcuna gradazione alcolica e per questo può essere bevuto tranquillamente anche dai bambini.
Quando successivamente lo si lascia fermentare con l’aggiunta di lieviti selvatici prodotti dalle farine di cereali quali il sorgo, il miglio ed il mais, si ottiene appunto il kasiksi. Si tratta di una bevanda molto dissetante, con una gradazione alcolica che oscilla fra il 4,8 ed il 5,2%, che presenta il tipico aroma della birra affumicata accompagnato da quello del concentrato di banane: questa bevanda tradizionale viene consumata prevalentemente nel corso delle festività più importanti.
Nel territorio camerunense, inoltre, è assai diffusa una pianta conosciuta come ‘Djansang’ che produce dei semi rotondi e di colore giallo-marroncino, simili a una mandorla piuttosto arrotondata, gli ‘Akpi’: con questi si ricava un succo simile ad una melassa oppure un olio dalle proprietà cosmetiche e medicinali.
Per realizzare questo prodotto, si sbollentano i noccioli per facilitarne l’apertura, si prelevano i semi di ‘Akpi’ contenuti all’interno e si fanno essiccare al sole: quando sono ben essiccati si pestano fino a ridurli in polvere che successivamente viene diluita in acqua.
Questo succo-melassa viene utilizzato sia come bevanda che per insaporire alcuni piatti della cucina locale, come quelli a base di pesce. Un altro prodotto assai diffuso che offre un’ulteriore dimostrazione di quanto sia assai variegata l’offerta di specialità del Camerun: questo è il frutto delle culture delle numerose etnie che lo popolano e lo hanno popolato nel corso dei secoli.




