Luca Gandolfi ha unito due passioni, quella di navigare con quella di preparare cocktail e ha dato vita ad un progetto che si chiama “un barman a vela”. Classe 1982, bolognese, Luca è barman e skipper allo stesso tempo, prepara drink al tramonto, in mezzo al mare, nelle acque delle Cinque Terre o del Golfo dei Poeti. Conosciamolo meglio con questa intervista per ApeTime
Quando hai iniziato ad appassionarti al mare e quando hai iniziato a preparare cocktail?
Ho un percorso abbastanza variegato, che durante gli studi mi ha portato a fare qualsiasi tipo di lavoro, ho fatto una laurea in scienze statistiche, un master in international management, non chiedermi perché ho fatto una laurea in scienze statistiche, non lo so neanche io (ride n.d.r), però è quello che ho fatto. Durante gli anni degli studi ho lavorato prima come cameriere, dove ho fatto anche il caposala per il Victoria Station di Bologna, un locale che è una macchina da guerra, dove riuscivamo anche a fare 700 coperti a serata. Da lì piano piano sono passato dall’altra parte della trincea, andando dietro il banco a fine serata, andando assieme ai baristi di allora, a iniziare a imparare…
e hai cominciato a preparare drink
piano piano mi sono un po’ appassionato al mondo cocktail, mi sono fatto le mie ricerche, le mie letture, quando possibile mi mettevo lì a provare, andavo a fare delle masterclass gratuite in giro, insomma tutto quello che riuscivo ad apprendere io iniziavo a farlo e poi mi sono lanciato dietro al banco iniziando a sperimentare. Ho lavorato dalla discoteca, dove facevamo 300 cocktail all’ora a testa, al jazz club dove avevi 40 sedute e riuscivi a fare cocktail più raffinati per coccolare gli ospiti.
E poi?
Con il passare e accumulare degli anni purtroppo le energie vengono un po’ a mancare e la necessità di lavorare di giorno si faceva sentire un pochettino di più, quindi passati i 27, 28 anni, ho cominciato a lavorare praticamente sempre in fascia diurna come commerciale, in altri settori lavorativi, ma non ho mai completamente abbandonato il mondo del bartending. Ho continuato a fare serate, a chiamata, spot, eventi che potevo magari organizzare anch’io.
“Once A Bartender, Always A Bartender” dice il motto. Ma com’è nata l’idea della barca a vela?
Negli ultimi anni mi è venuta fuori quest’esigenza di tornare a preparare cocktail, unendo l’altra passione che non riuscivo a coltivare per il poco tempo a disposizione, che è quella della barca a vela. Io ho iniziato tanti anni fa, ho preso la mia patente nautica, ho fatto i miei corsi, e avendo poco tempo a disposizione di giorno – perché lavoro attualmente per una torrefazione di Modena, abbastanza conosciuta come trainer – mi sono detto: come faccio ad uscire un po’ di più in barca a vela, e soprattutto perché le persone dovrebbero uscire con me? Quindi ho formulato l’idea dei week end, dal venerdì alla domenica sera dove io noleggio la barca, in Toscana, o in Liguria, in direzione Capraia, Isola d’Elba e Cinque Terre, Golfo dei Poeti. Per differenziarmi dagli altri skipper ho pensato a caratterizzare queste uscite in barca a vela facendo cocktail, in orario aperitivo – tramonto, e alla mattina ci ho aggiunto anche il discorso caffè e cappuccino che è sempre molto apprezzato in fase di risveglio.
E come è andata?
Sono partito quasi per scherzo con gli amici, con il passaparola, tre anni fa, per capire se poteva funzionare come formula e in effetti ha funzionato molto bene. Questo è il terzo anno. Ho unito due passioni, anche se c’è un tempo limitato: ci sono in tutto sei, sette weekend di uscite da maggio a settembre, e poi faremo una flottiglia a Ferragosto a Maiorca e Minorca.
È difficile preparare cocktail a bordo?
A livello logistico, la barca purtroppo non permette chissà quali peripezie. La problematica numero uno è procacciarsi il ghiaccio. Quando parto ho comunque dei punti di riferimento nei porti, dove poterlo accumulare, è ovvio che non mi dura tutto il weekend, quindi il secondo giorno si cerca sempre di recuperarlo andando nelle varie attività che si trovano al porto.
Quali drink prepari?
Tendenzialmente io faccio il Mojito, perché è sempre una bevanda molto fresca e ha origini molto affini alla navigazione. Mi piace preparare Moscow Mule e Gin Tonic, su cui ci gioco molto. Non amo usare toniche aromatizzate, preferisco dare carattere, valorizzare il gin con toniche neutre e poi eventualmente giocare con delle spezie, senza fare delle insalate come si vedono purtroppo spesso. Sul Moscow Mule mi piace giocare molto sul twist sull’agrume, quindi invece che farlo con il succo di lime, lo faccio con il pompelmo rosa, il bergamotto, oppure mischio vari agrumi e vedo che è una cosa che piace sempre molto.
Grazie dei consigli e della chiacchierata, Luca: buon vento e ottimi cocktail!
Qui trovate la pagina facebook di Un Barman a Vela.