HomeBirraOrdinare la birra al pub o in birreria? Istruzioni per l’uso

Ordinare la birra al pub o in birreria? Istruzioni per l’uso

Il momento perfetto per scoprire il mondo della birra artigianale

Un gruppo di amici una si trova nel solito posto e decide di andare a brindare tutti insieme con un bel boccale di birra: fra i partecipanti alla serata vi sono alcuni che con le bevande brassate ed il loro mondo hanno un rapporto assai sporadico, se non del tutto inesistente.

Questa può essere quindi l’occasione per spalancargli le porte di questo mondo, almeno per qualche ora: un modo per dimostrare che se non ci si ferma ai prodotti industriali, che assai di frequente non sono di qualità, anche qui si possono trovare delle bevande di ottima fattura, esattamente come avviene per gli ingredienti dei cocktails e per i vini.

Con l’esplosione del numero dei piccoli birrifici in tutto il mondo infatti vi sono referenze birrarie adatte a tutti i gusti e a tutte le tasche. Questo, ad esempio, in Italia è diventato possibile anche grazie alla scomparsa delle bottiglie di birra artigianale da 75cl che spesso e volentieri facevano decadere l’interesse del potenziale acquirente che si chiedeva: ‘Se poi non piace a nessuno, con quel che costa, la buttiamo?’.

Tornando al nostro gruppo di amici, una volta giunto al pub i neofiti presenti affermano che è facile ordinare una birra in un locale specializzato: ecco quindi che i ‘beers lovers’ ribattono sottolineando che invece non è affatto così, dato che vi sono delle cose che non bisogna chiedere per non mettere in imbarazzo se stessi, gli altri commensali ed infastidire parecchio il cameriere o l’oste. Vediamo quali sono.

Cosa evitare di ordinare in un pub specializzato in birra "Degustazione di birre artigianali danesi servite in bicchieri su sottobicchieri di legno, simbolo della tradizione brassicola della Danimarca. la birra è la bevanda tradizionale in Danimarca

Ordinare un cocktail in un pub specializzato in birra

Richiedere dei drink, dai più semplici ai più fantasiosi, in un locale che si concentra sulla birra e poi irritarsi perché non si servono cocktails di qualità, o non si servono proprio, in un pub dedicato alla bevanda luppolata è fuori luogo. Si incorre inevitabilmente nei sorrisi imbarazzati di tutti i presenti.

Dire di amare “tutte le birre”… soprattutto se non è vero

Spesso, per offrire il miglior consiglio possibile, viene chiesto ai clienti: “Quali stili di birra preferisci? O quali produttori di birra preferisci di solito?” Molte volte, la risposta è: “Mi piacciono tutte le birre”. Tuttavia, spesso si scopre che non è proprio così, specialmente quando si tratta di birre intense, o estremamente luppolate e da neofiti, in parte in maniera inconsapevole, si prediligono le basse fermentazioni, come le pils.

“Puoi servirle velocemente?”

Molti non sanno che una corretta spillatura richiede circa 7 minuti per dare modo di gustare una birra gasata al punto giusto e con il corretto quantitativo di schiuma. Esistono inoltre vari tipi di spillatura a seconda della birra scelta: irlandese, tedesca e inglese sono quelli più diffusi.

Quella maggiormente scenica però è senza dubbio quella belga, dove il futuro bevitore assiste al cosiddetto taglio della schiuma effettuato con lo skimmer (una spatola). Ma quale il vantaggio dell’attesa? Eccolo: poter apprezzare tutte le caratteristiche olfattive e gustative di una pinta di antica bevanda.

Non comprendere che il pub non può avere tutte le birre che si conoscono

Spesso i clienti meno esperti in fatto di birra restano delusi quando scoprono che il pub non offre la loro bevanda brassata preferita: tuttavia, è importante comprendere che la selezione di birre di un locale è limitata e non può accontentare tutti i gusti.

I pub e le birrerie, infatti, si sforzano per cercare di offrire una varietà di birre in grado di soddisfare una vasta gamma di palati ma vi sono dei casi in cui questo non è possibile, anche per delle oggettive difficoltà di comunicazione legate alla scarsa conoscenza di questo mondo.

Per i clienti quindi, soprattutto se neofiti, diventa un’opportunità da cogliere per conoscere nuove birre e ampliare il proprio portfolio dei gusti preferiti, scoprendo così nuovi stili o birrifici che non avrebbero mai considerato prima e dunque trovare delle nuove referenze birrarie soddisfacenti per l’olfatto ed il palato.

“È solo birra, qual è la differenza?”

La domanda potrebbe far sobbalzare il barista o l’oste e portarlo anche a rispondere in maniera alquanto piccata, mettendo in imbarazzo gli amici ‘beers lovers’ presenti: questo per il fatto che il mondo delle birre artigianali è sempre più variegato e complesso.

Non è quindi assolutamente di buon gusto rispondere con disinteresse a una domanda del tipo: “Che birra vuoi?” dicendo: “è solo birra, qual è la differenza?”. Se un neofita non sa cosa rispondere, è quindi assai preferibile che chieda consiglio al barista o ai commensali su quale sia la scelta migliore per lui.

“Posso avere una birra normale, per favore?”

Richiedere una “birra normale” in un locale dedicato esclusivamente alle birre artigianali è considerato un’eresia: ma soprattutto, cosa si intende per “birra normale”? Qualcuno potrebbe pensare che i meno esperti si riferiscano a quelle industriali, che però in un pub o in una birreria ovviamente non sono mai disponibili ( a parte qualche eccezione), in qualunque parte del mondo.

“Puoi farla senza schiuma?”

Chiedere di ridurre la carbonatazione in una birra artigianale (a meno che non sia richiesto dallo stile, ma si tratta di pochissime eccezioni) potrebbe essere interpretato come un tentativo di alterare il perfetto equilibrio dell’opera del birraio e dunque essere percepita come un’altra eresia.

Un’altra domanda da non fare quindi, come quelle di cui abbiamo parlato in precedenza, se non ci si vuole guadagnare un’occhiataccia dall’oste e mettere in imbarazzo gli amici ‘beer lovers’: per questo motivo chiedere un consiglio prima di effettuare l’ordine può rendere più piacevole la serata, sotto tutti i punti di vista.

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Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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