Personale, è corto circuito. E dopo l’editoriale di ieri sono fioccati i vostri commenti e approfondimenti. Grazie a tutti. E andiamo avanti con le osservazioni sul tema
La fuga del personale dell’ospitalità verso altri settori è anche colpa del ritardo nell’accredito delle casse integrazione, peraltro arrivate non solo mesi dopo il previsto ma pure tagliate.
Molti locali e aziende l’hanno anticipata ai propri dipendenti fino a quando hanno potuto, ma a febbraio 2021 ormai in pochi avevano le risorse per continuare a tamponare i ritardi dello Stato.
Così, conti alla mano, per i dipendenti sarebbe stato meglio essere licenziati. “Diversi chef, camerieri e barman si sono trovati a vivere con appena €500 al mese. Che è pochissimo ovunque. Ma in città come Milano dove con una cifra del genere non paghi neanche un monolocale è semplicemente impossibile da sostenere”, sottolinea tra gli altri Fabio Morelli titolare di Agua Sancta.

Ce lo aveva raccontato in diretta Virginie Doucet mesi fa: con una certa incredulità, lei stessa ammetteva di ritenersi “fortunata” a essere disoccupata, se confrontava la propria situazione con quella dei colleghi. Ogni commento è superfluo.
Ora, non possiamo ignorare che il sistema faccia acqua. Ma non bastano le vostre testimonianze a rispondere alle tante domande ancora aperte. Due su tutte: perché la cassa integrazione è arrivata in ritardo? E perché non è arrivata intera?
Florestano Morroni e Virginie Doucet: disoccupati, al verde, ma tenaci

















