E se l’aperitivo, ora si facesse in pizzeria?
Da VICO la pizza sposa l’aperitivo e il bere bene miscelato
Una PIZZA Lounge tutta da vivere in orari diversi e con il momento clou sempre nella cena, per un nuovo concept eclettico e straordinariamente conviviale. Ed è sempre l’ora giusta per entrare, aperitivo, cena, after dinner.
Una pizza eccellente a Roma si mangia da VICO Pizza&Wine, aperto da un anno e fresco dei 3 Spicchi Guida Gambero Rosso 2025 con un punteggio di 94/100, al civico 47 di piazza Rondanini in palazzo tardo rinascimentale affrescato e arredi liberty.
Distano poche centinaia di metri, cambiano i nomi dei rioni, ma a piedi si tratta di pochi passi, due dei locali più “IN” della Capitale. D’ora in poi si incontrano per un nuovo mix per chi vuole provare abbinamenti diversi.
Un nuovo concept, dinamico e ancora più ricco, ed eclettico in cui gli orari si espandono e si intrecciano, così come i flussi e i volti. Ed è sempre l’ora giusta per entrare, aperitivo, cena, after dinner.
Dalle 19.00 di ogni giovedì a VICO Pizza&Wine anche una serata speciale con un DJ alla consolle e una drink list di signature e classici su misura.
Oltre l’aperitivo tutti i giorni l’after dinner fino a tarda ora con una ricca Carta dei dessert e i miscelati in abbinamento.
La Cocktail list studiata da Salotto 42 per VICO, in pairing e non, entra stabilmente nell’offering ed è sempre presente accanto alla ricca offerta vino. E’ lo stesso barman ad andare al tavolo e consigliare gli abbinamenti.
Il nuovo mix di miscelati e lievitati arricchisce così la Capitale di un “nuovo indirizzo”, una PIZZA Lounge-Living molto sui generis e tutta da vivere (dal mercoledì alla domenica anche a pranzo).
Da VICO l’atmosfera è gioiosa, alla mano, pur stando dentro un palazzo del Cinquecento, tra soffitti affrescati e arredi primo Novecento, design contemporaneo e pezzi d’arte. Merito anche di un servizio con tante coccole, impeccabile senza essere formale, raffinato e conviviale al contempo.
Un’esperienza da condividere e raccontare. Uno spazio da instagrammare mentre ci si rilassa e diverte in questa location unica.
Un mood rilassato ma anche un po’ glam. Giovane, come giovane è Antonio Palumbo della Famiglia De Angelis proprietaria di VICO Pizza &Wine sia a Roma che a Capri. Una famiglia da sempre nell’hôtellerie, destinazioni dall’identità spiccata. Fascino ed eleganza naturali, accoglienza e design sartoriali, le cifre stilistiche in hotel come il J.K.Place Capri, o La Residenza, con VICO Pizza&Wine (aperto solo nei mesi estivi) nel rigoglioso giardino.
L’appuntamento del giovedì, voluto da Antonio Palumbo, è ‘O cuoppo&CO, aperitivo pop, ma anche un po’ posh, che con il cono di carta paglia (il cuoppo), pieno di piccoli sfizi fritti (crocché, frittatine di pasta, mini supplì) rimanda allo street food nato addirittura nel Settecento tra i vicoli di Napoli.
Anche perché VICO è il vicolo, cuore e ventre della città partenopea, denso di vita e anche per questo palcoscenico. E teatro è quello che si apre varcando la soglia. Eppure è tutto così vero e immediato, come anche il profumo della pizza nell’aria rivela da subito.
La pizza, i fritti, i dolci, il vino e l’aperitivo
Non c’è sipario: sul bellissimo bancone in marmo rosso e breccia medicea, tradizione e contemporaneità dialogano a scena aperta mentre si impasta, si stende, si inforna una pizza magistrale.
Merito di Ciro De Vincenzo, il pizzaiolo che ha preso il testimone di Enzo Coccia. Talentuoso e giovane, Ciro, anni 31, nato nei Quartieri Spagnoli, ha cominciato a mettere le mani in pasta nel ristorante pizzeria del nonno a 14, mentre ancora andava a scuola.
Presente a Vico fin dai primi mesi, formato da Enzo Coccia, ha da subito affiancato il maestro e ora firma il “nuovo” corso di VICO Pizza&Wine.
Ciro, oltre ad avere ereditato da Coccia l’attenzione maniacale all’impasto (rigorosamente da tradizione: acqua, sale, farina e lievito fresco), il rigore scientifico nel controllo dell’umidità, dell’idratazione, nel rapporto tra gli ingredienti e i tempi di miscelazione, e l’assoluta calibratura dei tempi e della tecnica di lievitazione (24 ore cambiando le temperature), mostra grandi virtù artigianali e manualità felice nella stesura.
Tra le novità introdotte da Ciro, l’utilizzo su alcune pizze di un mix di farine diverse, alcune con un carattere più deciso, prevedendo impasti diversi e lavorando anche sull’impasto di recupero ridandogli vita continuamente in un’ottica di sostenibilità.
Un vero rito a scena aperta, anche esso a beneficio dei commensali ammirati da quella rapida acrobazia tra dito, dorso, rollio e schiaffo.
Il risultato è una pizza tenace e morbida al tempo stesso che dopo un minuto o poco più di forno a legna ad alte temperature regala quel disco dorato con un cornicione soffice, dal profumo inconfondibile, dalla consistenza carezzevole e un lieve effetto crunch per un gusto finale così leggero che fa venire voglia di un bis.
Ventuno le pizze in carta
Tra le tradizionali e le creative con abbinamenti originali e talvolta garbatamente estrosi, di cui alcune sempre presenti e altre che cambiano secondo le stagioni, e un calzone, il classico napoletano.
La stessa ricerca assoluta dell’eccellenza c’è per gli ingredienti; fornitori, per lo più campani, ma anche laziali, immutati fin dall’inizio a garanzia piena prima di tutto dei due capisaldi del topping, il pomodoro e la mozzarella.
Così come per l’olio evo e le verdure. Già perché Ciro oltre la tradizione propone anche alcune declinazioni della pizza guardando alla cucina, che da giovanissimo ha anche frequentato collezionando esperienze significative. Un leggero cross over del gusto in alcune pizze special con ingredienti d’eccellenza come nel caso dei pomodori di tante varietà diverse e con preparazioni, cotture diverse. Come nel caso della Diavola, oppure la Siciliana o la Genovese di tonno.
E a proposito di cucina, subito dopo il piccolo benvenuto, ogni sera diverso, la mano leggera già si sente coi fritti di straordinaria digeribilità e morbida croccantezza, riuniti in Carta sotto il nome di “Accumminciammo” con quattro farciture di Piscitielli (calzoncini fritti a forma di cornetto) e le immancabili Montanarine (piccole pizze fritte) condite in quattro modi diversi. Montanarine di VICO che d’ora in poi si troveranno anche a Salotto 42 per l’aperitivo e in occasione di serate curate da VICO per Salotto 42.
La carta dei dessert
Grandi classici partenopei e leggere rivisitazioni nella Carta dei dessert curata dalla giovane Sofia allieva del Maestro Pasticciere, nonché campione del mondo di pasticcieria, Ciro Chiummo che supervisiona il tutto: dolci equilibrati ma dal gusto ricco, pieno, come la Coccinella, il signature giocoso e goloso, o una Delizia al limone da manuale.
Ampia la scelta dei vini
Con più di 100 etichette tra bollicine, bianchi, rosati e rossi. Grandi cantine ma anche piccoli vignaioli. Tutta Italia, a parte la scelta d’Oltralpe per gli champagne, perfetti per le pizze fritte. Varia anche la proposta a mescita che permette abbinamenti più snelli e la cocktail list molto eclettica curata da Salotto 42 con Vincenzo Mangiola (la domenica, il lunedì e il giovedì) e Valentina Vari a miscelare partendo da spirits d’eccellenza e ingredienti tutti naturali con molte preparazioni fatte in casa.
Cocktail in carta e signature
Ventuno, come le pizze, i cocktail in Carta tra aperitivi, signature e after dinner. Magari si comincia con un aperitivo, il Vico 42, e si continua a bere miscelato o no, ma comunque bevendo bene, e fino a tardi, quando si va anche solo per un cocktail dopo cena magari abbinato solo a un dolce, e l’atmosfera diventa ancora più calda e coinvolgente. Unconventional.
Lo spazio e il servizio
Nello storico Rione Sant’Eustachio, fitto di dimore di antiche famiglie patrizie, e con ancora i caratteri dell’architettura cinquecentesca e inserti preziosi del barocco romano, ecco piazza Rondanini, appartata e discreta pur se a pochi passi dal Pantheon da una parte, e piazza Navona dall’altra.
Ancora l’originaria forma rettangolare e un paramento continuo di case tipiche romane quasi tutte rossastre, monumentali, con portali ad arco bugnato e qualche bel finestrone che lascia intravedere soffitti affrescati
Al civico 47 di piazza Rondanini, Palazzo Rondanini alla Rotonda, pieno Cinquecento, c’è VICO Pizza&Wine.
Stessa passione che per la qualità altissima della materia prima, gli impasti e le lievitazioni, la cottura, per la bellezza degli arredi, i dettagli, così da avere un’esperienza del gusto al top e l’allure di un ambiente unico.
Un edificio storico
L’edifico fu fatto costruire agli inizi del 1500 dal Cardinal Thomas Wolsey, potente uomo di Stato alla Corte di Enrico VIII, sulle rovine di terme neroniane.
La storia è presente ovunque come testimonia il soffitto a volta e gli affreschi del soffitto stesso con al centro lo stemma dei Tudor che campeggia tra le grottesche.
Progetto architettonico di ristrutturazione e d’interior design firmato dallo Studio Rpm Progect di Roberto Antonbenedetto che intervenendo su un edifico di tale impatto storico ha scelto una cifra stilistica di forte iconicità. Il risultato è un connubio perfettamente riuscito tra antico e contemporaneo, dove anche il colore, la creatività, hanno giocato un ruolo decisivo impreziosendo gli ambienti, rendendoli unici. Una cornice che sorprende e seduce.
Alle pareti delle due sale (per un totale di 170 mq di superficie) infatti un’opera straordinaria e preziosa del modernismo italiano, un’intera boiserie in legno laccata e dipinta in stile “carretto siciliano” realizzata nel 1908 dagli Stabilimenti Ducrot per la famiglia palermitana dei Florio su idea e disegno di Ernesto Basile.
Si rifà al liberty anche il sontuoso (diametro di 160 cm) lampadario che campeggia nella prima sala creando un bell’effetto di luce calda.
Su alcuni dei pannelli della boiserie quadri o sculture come il monocromo di Paolo Di Capua, l’installazione di piatti incorniciati, o il piccolo bassorilievo in terracotta della Partenope, sorta di “cammeo” allusivo a bellezza e tentazione.
E poi tutta la vivacità invece della carta da parati che dietro gli scaffali della libreria a parete, che riprende antichi bozzetti sempre di Basile, rappresenta un omaggio ai vicoli di Napoli. E poggiati sugli scaffali oggetti e libri che potremmo trovare in una casa.
I servizi invece sono stati progettati creando con un gioco di specchi un effetto infinity, mentre l’uso di un mosaico macro bicromo completa pareti, soffitto e pavimenti.
Altra citazione “vernacolare” sopra il bancone in marmo pregiato dove sono rappresentati maschere e costumi partenopei riuniti in un “Carosello napoletano” di carta.
Il forno a legna
Realizzato da artigiani vietresi, ha la cupola a mosaico con un disegno vivace a piccoli cerchi rossi e verdi tipico della Costa d’Amalfi; mentre sui piatti Villeroy & Boch, personalizzati per VICO, tra i decori ad hoc spunta una coccinella rossa, la “coccipizza” che iconizza proprio la pizza e augura la buona fortuna, il benessere.
“Già perché a VICO i valori del buon augurio e dell’ospitalità tipicamente partenopea si fondono con l’approccio tradizionale e pop del mondo della pizza – racconta Antonio Palumbo, imprenditore illuminato, ideatore e motore di VICO – una sintesi tra semplicità ed eccellenza.
Eleganza informale, per dirla in due parole. VICO ha un passo diverso rispetto alle pizzerie tradizionali o anche di concezione moderna, è un concept nuovo per una pizzeria, che unisce qualità altissima, ambiente chic e un servizio molto ospitale. Sempre disinvolto. Un mix di cibo, ambiente, servizio che fa dell’esperienza un momento da ricordare.”
Ed ecco anche perché da VICO ci si alza da tavola divertiti.
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