CALICI&SPICCHI il vademecum per l’abbinamento ideale tra vino e pizza.
Un viaggio sensoriale tra i grandi classici e l’innovazione più spinta passando attraverso le pizzerie da provare almeno una volta nella vita, i pizzaioli più amati e i vini che non possono mancare.
Chissà se dopo l’arrivo in libreria di Calici&Spicchi di Antonella Amodio, prefazione di Luciano Pignataro, edito da Malvarosa, anche i corsi di sommellerie non introdurranno oltre la lezione su abbinamento “vino cibo” anche la specifica “vino pizza”? Già perché il matrimonio ideale non è solo questione di ingredienti del topping ma anche di impasto, di filosofia di pizza, di complessità e struttura, di scuola di pensiero insomma, verrebbe da dire muovendoci nello sconfinato mondo della pizza.
E allora bando al connubio pizza e birra, perché lieviti e lieviti non è un’abbinata vincente, e tanto meno altre bevande gassate, magari dolci, e spazio ai vini invece.
Il matrimonio pizza e vino non è certo trovata coeva della pizza gourmet, visto che come ricorda l’autrice, esperta tanto di vino quanto di pizze, il Gragnano, vino dei Monti Lattari, a Napoli si trovava da sempre sulle tavole delle pizzerie e perfino Totò lo cita in “Miseria e Nobiltà”, per non risalire addirittura agli scavi di Pompei dove su una natura morta affrescata troviamo una focaccia, che tanto assomiglia alla pizza, e una coppa di vino.
E se l’autrice elenca e dettaglia ben 101 abbinamenti ideali tra pizze e vini, qui ne scegliamo solo 5, ma altamente iconici, fermo restando che “l’abbinamento tra vino e pizza vedrà sempre il primo servitore della seconda, basta che alla fine del sorso e del morso si abbia sempre voglia di tornarci” come fa osservare Pignataro.
La Margherita di Francesco Martucci de I Masianelli di Caserta con il Piedirosso Fuocoallegro Casa Setaro.
Sorso fresco ed incalzante, equilibrio armonico e finale che rivela l’anima vulcanica.
Non sarà un caso se la Reggia di Caserta è a poche centinaia di metri dalla pizzeria… la Regina trova dimora qui, ed è proprio la Margherita, emblematica di una ricerca della qualità ad oltranza che accomuna tutte le pizze di Francesco Martucci.
La Marinara del Cantabrico di Ciro Savarese Anema &Pizza di Arzano (NA) con l’Uxor Irpinia Aglianico vinificato in bianco.
Un vino il cui profumo rimanda alla felce e alla mandorla mentre in bocca è sapido e fresco.
Una delle famiglie di pizzaioli più antiche di Napoli e una delle pizze che maggiormente rivelano la quintessenza della pizza
La Procidana di Enzo Coccia de La Notizia con l’Aglianico Rosato Igp Roccamonfina Torelle.

Un bouquet ampio che va dalla viola all’arancia rossa e la melagrana mentre al palato sapidità e freschezza gli regalano verticalità.
Enzo Coccia, il braccio e la mente della pizza, l’antesignano della pizza napoletana contemporanea e la sua pizzeria storica a Napoli, la prima segnalata dalla Michelin.
Femmena e Fritta di Teresa Iorio di Femmena e Fritta con l’Ischia Doc Forastera Antonio Mazzella.
Un sorso salino fresco ed equilibrato che chiude con una nota affumicata.
Campionessa mondiale della pizza fritta Teresa, tanto appassionata quanto verace, riunisce qui gli ingredienti più iconici della pizza che la rappresenta.
Innamorarsi sul Vesuvio di Giuseppe Maglione Pizzeria Daniele Gourmet con il Campania Passito Aglianico Bellaria.
Il bouquet ricorda le amarene e le prugne sotto spirito, la freschezza decisa bilancia le note dolci.
Le stesse della pizza: un impasto con anche il cacao e una crema di ricotta decorata con frutti di bosco e una marmellata di albicocche e zucchero a velo sul top.
Molte delle sue pizze sono registrate all’Ufficio Marchi e Brevetti data la loro unicità. E’ anche questo il caso, e non poteva che essere amore!




