Incrociavano le dita i professionisti del mondo dell’ospitalità del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia che, per un pelo, non è restato in zona bianca. Per una manciata di posti letto di scarto.
LE VOCI, DA MILANO A BOLZANO, FINO IN FRIULI
All’apprendere la notizia dell’ormai probabile mantenimento dello status quo, la titolare di un Restaurant Cocktail Bar in zona Porta Venezia a Milano scuote la testa. E poi commenta sarcastica: “Di che parliamo? Non ci sono più soldi. Il Friuli non passerà in zona gialla al di là dei numeri perché non ci possiamo permettere dal punto di vista economico nuove chiusure o ulteriori restrizioni”.
Lo speriamo. Ma al momento di scrivere quest’articolo non si è ancora riunito il Comitato Tecnico Scientifico che oggi -venerdì 19 novembre – deciderà se effettivamente Trentino e Friuli eviteranno il cambio di colore. Intanto, però, i principali giornali quotidiani danno per scontato che l’Italia resterà tutta bianca.
Quindi, bene? Insomma. Non proprio. Anzi. Direi male. Malissimo. E non lo penso solo io. “Sono stufo. E rabbioso. Per colpa dei no vax, per il terzo inverno di fila rischiamo di non riuscire a lavorare in maniera serena e continuativa”, afferma Simone Lutz titolare del Black Sheep di Bolzano.
IL FRIULI
Da Bolzano a Spilimbergo (Udine, Friuli): “Proviamo un mix di paura e di rabbia per lo scenario che si sta prospettando”, racconta Alice Buttazzoni, direttore commerciale di Liquoreria Friulana. “Il perenne spettro di restrizioni e di chiusure non consente alle aziende e ai locali di poter programmare la propria attività. Lo Stato dovrebbe proteggerci sotto questo punto di vista. La mancanza di senso civico di alcuni lede la libertà dei più. Sono d’accordo con il nostro Governatore: il lockdown, se servisse, dovrebbe essere limitato alle persone non vaccinate”.
Da Udine, un imprenditore che preferisce rimanere anonimo osserva: “Sono arrabbiatissimo. Noi che siamo stati la prima regione a entrare in zona bianca ora siamo la prima a rischiare di passare in zona gialla. E per colpa di chi? Di chi non si decide a vaccinarsi, di chi incurante dei rischi va in Austria nei locali a luci rosse e dell’assenza di controlli per chi arriva in auto da Slovenia, Austria e Germania”.
LEGGI ANCHE




