HomeFoodSlow food boccia il PNR presentato dal governo italiano all'Europa

Slow food boccia il PNR presentato dal governo italiano all’Europa

Per Slow food, la più importante associazione che tutela e promuove il cibo di qualità, le filiere e l’alimentazione sana in Italia, il piano è semplicemente l’ammodernamento dell’attuale, insostenibile, modello di sviluppo

La transizione ecologica dovrebbe essere, secondo Slow food, un passaggio da un modello di sviluppo all’altro, mentre invece quello che appare nel piano è semplicemente un aggiustamento (per quanto profondo) dell’attuale modello. Non affronta le radici e le cause della crisi che stiamo vivendo, non promuove la transizione ecologica ed è privo di una visione d’insieme sopranazionale.

Tante le note e gli esempi puntuali portati ad esempio nel comunicato emesso da Slow food: dell’agricoltura, nel Pnr si parla solo in termini di rinnovo parco macchine, per la gestione dei rifiuti non si parla mai di riduzione, ma solo di riciclo; manca totalmente la previsione di una legge sul consumo di suolo. Viene posta grande grande attenzione sulle energie rinnovabili, ma in modo molto superficiale, dato che questa può confliggere con la salvaguardia dell’ambiente, per esempio quando si parla di incentivare il biometano la cui produzione però non è per nulla ecologica dal momento che rischia di incentivare gli allevamenti intensivi.

L’associazione riconosce comunque come il Pnr sia una grande opportunità e come, data la ristrettezza dei tempi in cui è stato steso, il piano non possa essere stato particolarmente dettagliato, ma sottolinea come sarà necessario, nella fase di definizione delle reali misure attuative, effettuare veramente un cambio di passo rispetto a quanto traspare ora.

5 PUNTI IMPRESCENDIBILI SECONDO SLOW FOOD

Slow food auspica inoltre un ampliamento dell’ottica dei singoli Pnr europei a un livello sovranazionale ed evidenzia 5 punti imprescindibili per il miglioramento del piano:

  • L’approvazione di una legge sul consumo di suolo;
  • La riduzione/riqualificazione dei consumi come asse portante di tutto l’approccio;
  • Un programma nazionale per l’educazione (già in età scolastica) della cittadinanza sui temi di alimentazione e transizione ecologica;
  • Maggiore centralità del cibo e rafforzamento di politiche per modelli agricoli non industriali;
  • Un Rafforzamento delle politiche per le Green communities.
Redazione ApeTime
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