HomeBartenderSpiritosa Competition, vince Mirko Mazzarelli (AlVentuno Lecce). Intervista

Spiritosa Competition, vince Mirko Mazzarelli (AlVentuno Lecce). Intervista

L’intervista a Mirko Mazzarelli dell’AlVentuno di Lecce, vincitore della Spiritosa Competition 2024: “Il mio sogno? Aprire un bar ‘interattivo’. Ma non subito…”.

Mirko Mazzarelli, bartender di AlVentuno di Lecce, è il vincitore della Spiritosa Cocktail Competition 2024, la competizione ospitata all’interno di Spiritosa Festival al Castello Volante di Corigliano d’Otranto (Lecce). Pugliese, 25 anni, Mirko aveva partecipato già alla prima edizione della gara, lo scorso anno, quando si era classificato sesto. “Ho preso parte anche ad altre competizioni, come Baritalia, ma questa è la mia prima vittoria“, ci racconta subito dopo la premiazione.

L’intervista di Nicole Cavazzuti a Mirko Mazzarelli, vincitore della Spiritosa Competition 2024

Da quanto tempo lavori dietro il bancone?
Circa sette anni.

Che cosa ti piace di questo lavoro?
Innanzi tutto il contatto con la gente. E la possibilità di riuscire a dare alle persone un sorriso, un piccolo momento felice, di relax o di divertimento. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di ogni bartender. Oltre a fare buoni drink, ovviamente.

Quanto è importante parlare con i clienti, secondo te?
Molto. Soprattutto, dobbiamo essere in grado di parlare con tutti, perché siamo lì per loro.

Mirko Mazzarelli

Indubbiamente è un lavoro che assorbe molto. Tanto che – se ne è parlato anche a Spiritosa Festival con Oscar Quagliarini – c’è il rischio di finire ad appoggiarsi a sostanze stupefacenti, per tenere certi ritmi…
E’ un rischio non da poco perché, come tutte le dipendenze, finisce per prenderti totalmente e una volta entrato in quella spirale, è difficile uscirne. Dobbiamo evitare che il mondo dei cocktail bar finisca per essere associato all’uso di droghe.

Come evitare di farcisi trascinare, nella spirale?
Da parte nostra, cercando di gestire meglio i propri orari. Io stesso ho avuto un periodo in cui, dopo il lavoro, ancora carico di adrenalina andavo in giro con gli amici fino all’alba… Momenti bellissimi, però tornavo a casa tardissimo e dormivo poche ore. E alla lunga, senza l'”aiuto” di sostanze, il fisico non può reggere tali ritmi. Quindi, se posso dare un consiglio per fare questo mestiere in maniera “sana”, dormite le ore necessarie, magari fate sport e godetevi la giornata e le persone che vi sono vicine. Soprattutto se avete una compagna o un compagno: anche l’amore è una componente importante per avere una vita equilibrata.

L’orario più “tardo” in cui sei rientrato a casa?
Mi è successo di fare le 10 del mattino. Parlando per ore con un amico delle nostre vite.

E l’alcool? Quanto bevi, normalmente, in una giornata?
E’ innegabile che al lavoro, fra l’assaggio dei drink e qualche chupito per brindare con i clienti che ti “tirano in mezzo” (non si può sempre dire di no, fa parte dell’accoglienza), un po’ di alcool scorra. L’essenziale è non perdere mai il controllo e la lucidità.

AlVentuno, Lecce

Il tuo rimedio per l’hangover?
Una giornata di riposo. O gli asparagi, come consigliano alcuni esperti: posso confermare che funzionano, per lo meno nel risotto preparato da mia mamma… Ma, ripeto, è meglio prevenire che curare.

Fra i giovanissimi, peraltro, oggi spopola la tendenza del low alcool o addirittura dello zero alcool.
E ne sono felice, almeno se dimentico per un attimo di fare il bartender. Del resto, il locale in cui lavoro propone una buona varietà di drink analcolici. E funzionano, in particolare proprio fra i 18/20enni.

Ovvero la generazione che si relaziona più sui social che dal vivo. E per la quale il bar non è più un luogo di incontro…
Dobbiamo trovare il modo di incentivarli a venire nei locali, capire quali sono i loro bisogni e rispondere di conseguenza. Questi ragazzi, oggi, vogliono posti dove poter andare anche a studiare, leggere un libro… Forse dovremmo tornare un po’ al “bar sport” di un tempo.

Mirko Mazzarelli (foto Nicole Cavazzuti)

Il tuo sogno per il futuro?
Proprio quello di realizzare un bar “interattivo”, che si interfacci direttamente con il contesto esterno: spero di riuscire a concretizzarlo, presto o tardi. Ma non a breve: mi ritengo tuttora in fase di crescita, ho ancora molto da imparare da chi ne sa più di me.

Chi sono i tuoi mentori, quelli che puoi considerare tuoi maestri?
Il primo è stato Matteo Conte, che ora è a Barcellona. Dopo di lui, sicuramente Matteo Tomasi, il mio attuale datore di lavoro: un titolare giovane che punta molto sulla condivisone delle idee, sul gruppo. E’ normale trarre tanti spunti da lui.

E i tuoi miti nel mondo del bartending?
Sono tanti… Posso citare il mio concittadino Diego Melorio, proprietario del Quantobasta, Antonio Parlapiano del Jerry Thomas di Roma, Lorenzo Antinori del Bar Leone di Hong Kong e il team de L’Antiquario di Napoli, dove sono stato di recente. Peccato solo che non ho avuto l’opportunità di conoscere Alex Frezza.

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Stefano Fossati
Stefano Fossati
Redattore del tg Bluerating News, collaboratore delle testate economiche di Bfc Media, di Mixer Planet e naturalmente del Magazine ApeTime.

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