HomeCuriositàUmami cocktail, il quinto senso del gusto è di tendenza in mixology

Umami cocktail, il quinto senso del gusto è di tendenza in mixology

Umami, in giapponese significa qualcosa tipo prelibatezza salata. In altre parole, indica il sapido e si riferisce al quinto senso del gusto (dopo acido, dolce, salato e amaro). Ed è associato ai sapori di carne, funghi, alghe e soia, tofu, miso, tè verde, pomodoro, formaggio.

Il quinto senso del gusto è stato scoperto in cucina ormai da un po’, ma solo da poco è diventato un sapore ricercato anche nel mondo della mixology.

umami cocktail E se solo pochi anni fa i bartender impegnati nella creazione di cocktail umami erano mosche bianche, ora sono sempre di più. Basta guardare le drink list dei bar di ricerca. Ormai è facile trovare qualche proposta con ingredienti salati tipici della cucina. Che non significa proporre cucina liquida, come fa da tempo Filippo Sisti.

umami cocktail Parliamo di Gimlet, Martini e Bloody Mary presentati in modo canonico. Ma dal gusto originale, differente, sorprendente grazie agli ingredienti usati.
Il trend è in crescita. Non sorprende. Del resto, ai clienti -affezionati e non- spesso piace sperimentare, tanto che molti cercano nuovi cocktail da provare. I drink umami, trainati dalle numerose operazioni di marketing di svariate aziende, rispondono alla richiesta del mercato e sono ideali proposti in abbinamento al food.

La frontiera umami cocktail è ancora tutta da scoprire e nelle prossime settimane vi segnaleremo anche delle ricette cui ispirarvi eventualmente. Con un suggerimento: il confine tra sorpresa e spaesamento è decisamente sottile. Quando create una ricetta pensate al palato e al target della vostra clientela. E ricordatevi che …less is more! 

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Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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