Il Green Pass deve servire per ridurre le misure restrittive. Non è accettabile perseguire con la stessa politica basata su provvedimenti quali il coprifuoco, la chiusura o la limitazione della possibilità di svolgere la propria attività quando ormai in Italia abbiamo oltre 35 milioni di vaccinati con due dosi”, tuona Aldo Cursano vice presidente Fipe.
Che dire? Siamo d’accordo.
Non ci si aspettava ad agosto di ritrovarsi con 55 paesi siciliani e diversi paesi sardi e calabresi ancora sotto coprifuoco. Anzi. E non stupisce che la notizia abbia fatto venire a molti la pelle d’oca. Fipe e noi inclusi.
CAMBIARE I PARAMETRI DI ACCESSO ALLE ZONE
Se non si cambiano i parametri per imporre le restrizioni, a ottobre saremo punto a capo. In balia di restrizioni e limitazioni. Non è allarmismo. Chiariamolo ancora: il vaccino non esclude di ammalarsi. Riduce il rischio di contrarre la malattia, certo. Ma, più che altro, dopo due dosi garantisce quasi al 100% di non incorrere in gravi effetti.
Presumibilmente, in autunno, i contagi non scenderanno più di tanto, ma i malati gravi invece dovrebbero diminuire. Quindi, diamo meno valore ai contagiati!
GREEN PASS PER NON CHIUDERE
Inoltre, sarebbe auspicabile testare la tenuta della popolazione vaccinata consentendo sempre a chi ha il Gren Pass l’accesso a bar, ristoranti, musei, cinema et similia. Non possiamo che sostenere di conseguenza la proposta della Fipe che ha chiesto di estendere progressivamente l’uso del Green Pass, collegando i livelli di rischio con cui si classificano le regioni all’utilizzo progressivo della certificazione verde.
Per chiarirci: “L’idea è questa. Man mano che peggiora il quadro sanitario, si amplia la platea di attività e servizi cui accedere esclusivamente con il Green pass. Ci sembra il modo migliore per incoraggiare la campagna di vaccinazione, tutelare la libertà di chi ha scelto responsabilmente di vaccinarsi e superare definitivamente la faticosissima stagione delle chiusure o limitazioni alle attività, in particolare proprio dei pubblici esercizi”, chiarisce il presidente della Fipe Lino Stoppani. Che ha anche scritto una lettera al premier Mario Draghi e ai ministri competenti Garavaglia, Giorgetti e Speranza per sottolineare che “serve un cambio di passo”.
Il decreto prevede che se peggiora il quadro sanitario si interviene di nuovo con misure restrittive sulle imprese e sulla libertà individuale (vedi il coprifuoco). Non è giustificabile. “Oggi, con 36 milioni di persone vaccinate con doppia dose, è possibile cambiare approccio”, afferma Aldo Cursano. Possibile, è vero. E doveroso, aggiungiamo noi.
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