Arrivano importanti notizie positive per il settore della birra artigianale italiana che in questi anni, prima della crisi causata dalla pandemia, ha conosciuto una notevole crescita sia dal punto di vista della produzione che della qualità dei prodotti offerti: questo si è tradotto, fino al 2019, in un costante aumento dei consumi nel nostro Paese.
Con la conversione in legge del decreto sostegni bis sono state infatti introdotte delle misure fiscali a favore dei birrifici artigianali per un totale di 10 milioni di euro: previsto un contributo a fondo perduto in misura pari a 0,23 euro al litro di birra inseriti nei registri di carico nel corso del 2020.
L’obiettivo di questa manovra finanziaria è quello di compensare le perdite relative al deperimento dei prodotti brassicoli rimasti invenduti nei magazzini a causa delle chiusure imposte a bar, ristoranti e beer shop che costituiscono il principale sbocco per le vendite del comparto della birra artigianale.
Non vi è dubbio infatti che in mancanza di questi strumenti di sostegno istituzionali, per molte realtà, la ripartenza, che peraltro non si può considerare ancora definitiva, potrebbe semplicemente non realizzarsi, oppure risultare incapace di bilanciare le perdite causate dalla pandemia e quindi costringere numerosi microbirrifici ad interrompere definitivamente la produzione.
Promotori di questo progetto sono stati Unionbirrai, l’associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, e la deputata Chiara Gagnarli che ha presentato al Parlamento un emendamento a favore del settore il quale adesso è stato approvato sia alla Camera che al Senato diventando legge.
A dare notizia della definitiva approvazione è stato il deputato Gianpaolo Cassese che ha sottolineato: “Le piccole realtà produttive come quelle della birra artigianale, rappresentano una risorsa inestimabile che ci qualifica in tutto il mondo e che va sostenuta. Sono da sempre convinto che sia proprio a queste realtà che vada data maggiore attenzione soprattutto in un momento di grave crisi dovuta al crollo verticale del fatturato come conseguenza delle chiusure imposte dalla pandemia: un crollo che per diversi piccoli birrifici ha raggiunto il 90%”.
L’importanza di questi interventi istituzionali emerge guardando nuovamente ai dati del report annuale di Assobirra recentemente pubblicato nel quale viene riportato che nel 2020 i microbirrifici italiani hanno fatto registrare perdite medie superiori al 70% sia per quanto riguarda la produzione che il fatturato: questo ha portato alla perdita di 20mila posti di lavoro solo nel primo semestre dello scorso anno.
Numeri che dimostrano come siano davvero necessarie queste misure economiche per far ripartire il settore.
Un comparto, quello brassicolo italiano, che negli ultimi anni aveva creato sempre più posti di lavoro lungo tutta la filiera contribuendo in questo modo alla crescita del sistema economico del nostro Paese.