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Birra e accise: l’allarme delle associazioni di categoria della filiera

Birra, l’allarme delle associazioni di categoria: “Aumentare le accise nel 2023 avrebbe delle conseguenze molto gravi su tutto il settore”. Ecco cosa sta succedendo.

Gli addetti ai lavori della filiera della birra artigianale italiana negli ultimi mesi, ovvero da quando è iniziato il conflitto in Ucraina, in diverse occasioni hanno sottolineato come i rilevanti aumenti dei costi delle materie prime stiano colpendo duramente la redditività dei birrifici rischiando di comprometterne la crescita che era appena ripartita dopo i danni provocati dalla pandemia.

Aumenti maggiormente impattanti dal punto di vista agricolo: come noto infatti l’Italia è carente per quanto riguarda la coltivazione di cereali da birra, motivo per cui deve approvvigionarsi da altri Paesi, fra cui appunto l’Ucraina. Questa la ragione per la quale il comparto, da inizio 2022, sta facendo fronte ad aumenti medi del   34% sull’orzo, del 23% sul frumento e del 16% per il mais, senza contare i rincari attuati dalle aziende che offrono servizi al comparto.

Per questo motivo, erano state accolte con grande favore le affermazioni del nuovo ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, che, ad inizio novembre, in una delle sue prime uscite dall’entrata in carica, aveva espresso la volontà da parte del nuovo Governo di sostenere il comparto mantenendo la riduzione delle accise sulla birra anche nel 2023.

Quanto annunciato dal ministro sembrava dunque scongiurare una maggiorazione della tassazione per la filiera brassicola nostrana lasciando anche intravedere la possibilità di una modifica definitiva della disciplina delle accise sulla birra grazie ad un sistema fiscale più leggero: alle parole però seguiranno fatti che andranno realmente nella stessa direzione?

Assobirra

Questa la domanda che si fa tutto il comparto della birra italiana che, come si legge in una nota pubblicata dal presidente di Assobirra, Alfredo Pratolongo: “ Auspico che il Governo tenga conto delle nostre reali e concrete preoccupazioni prorogando il taglio delle accise per il 2023. Il comparto vive con grande apprensione i lavori sulla legge di Bilancio dato che vi è il rischio concreto di dover fronteggiare un aumento insostenibile delle tasse a partire dal primo gennaio”.

Nella nota, dove si ricorda che la filiera italiana conta 850 tra grandi, medie e piccole aziende e 118.000 dipendenti, si sottolinea che: “Eventuali aumenti delle tassazioni impatterebbero in modo devastante sui piani d’investimento in impianti, crescita e sviluppo della filiera agricola delle aziende che vedrebbero un aggravio fino al 30% del costo delle accise per i piccoli produttori”.

L’emendamento alla legge di Bilancio, che potrebbe non essere approvato (da qui le grandi preoccupazioni di tutta la categoria), chiede di prorogare la riduzione a 2,94 euro per ettolitro per tutti da abbinare a sconti progressivi per i piccoli birrifici con produzione annua fino a 60 mila ettolitri: una misura dal costo complessivo di 12 milioni di euro.

“In questi mesi, con tutte le associazioni di categoria –conclude Pratolongo- è stato sviluppato un percorso importante per rendere più competitivo il settore in Europa, dove vi sono diversi Paesi nei quali i produttori godono di regimi fiscali più sostenibili del nostro. Non chiediamo aiuto, ma sostegno alla crescita economica e competitiva della filiera, nonché allo sviluppo di una cultura italiana delle birra sempre più apprezzata anche all’estero”.

Unionbirrai

Gli fa eco Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai, che condivide le stesse preoccupazioni: “Contrariamente a quanto ci era stato promesso, l’anno che sta per cominciare potrebbe vedere scomparire gli sconti attualmente in vigore per le accise sulla birra, con conseguente incremento della tassazione per i piccoli produttori: un aumento che avrebbe un impatto devastante su di loro”.

“Il comparto – ha aggiunto Ferraris – è compatto nel sostenere l’urgenza di bloccare l’aumento delle tasse sulla birra nel 2023. In accordo con le altre associazioni di categoria, Unionbirrai chiede che vi sia una proroga agli sconti, per dar forza ad un settore giovane e dinamico: una filiera che continua a investire e rappresentare la qualità italiana”.

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Redazione ApeTime
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