I Briganti di Cerreto, un gruppo di lavoro che tiene vivo il paese e la vallata. È proprio Erika Farina, una delle soci fondatrici, che ci spiega questa realtà.
Torniamo a occuparci di chi, per non abbandonare il luogo in cui è nato, ha deciso di inventarsi un lavoro. Avevamo chiacchierato qualche mese fa con i ragazzi fondatori della Cooperativa di comunità di Rigoso, Appennino parmense, ora facciamo un salto a parlare con i <Briganti di Cerreto> un’analoga realtà nata diversi anni prima a Cerreto Alpi, piccolo paese appenninico non lontano dalla località sciistica Reggiana di Cerreto laghi.
Erika Farina è una delle socie fondatrici, unica donna, che assieme ad altri 7 soci compone questo gruppo di lavoro che tiene vivo il paese e la vallata.

“La nostra cooperativa si è formata circa 20 anni fa, è venuto spontaneo a noi ragazzi nati negli anni 70-80 che non volevamo abbandonare queste montagne così come avevano fatto i nostri genitori, e così ci siamo organizzati.
Siamo nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano qui, una decina di anni fa il Parco ha trasformato in struttura ricettiva (10-12 posti letto) il vecchio mulino di Cerreto, e noi ne siamo diventati i gestori. Quando poi abbiamo visto che la proposta funzionava, abbiamo rimesso in ordine un’altra decina di posti letto recuperando strutture vecchie del paese, e garantiamo ora una ospitalità diffusa per 20-25 persone”.
L’attività turistica della Coop è quella che regala forse più soddisfazioni, e che si spera che possa regalare le prospettive migliori, però al momento è quella che garantisce solo un 20% degli 8 stipendi dei soci. “Per il resto – dice Erica – facciamo ogni tipo di servizio a supporto delle amministrazioni locali: sgombero della neve, piccole manutenzioni, taglio erba, potature, taglio legna da ardere e anche servizi di trasporti e facchinaggio“.

Ora sta partendo un progetto ministeriale, dedicato alle aree marginali e remote, che affiderà ai Briganti sempre più incarichi per piccoli servizi alla comunità, in particolare agli anziani. Sono oltre 20 anni che esistono i Briganti di Cerreto, e allora non può mancare la domanda se il bilancio dell’esperienza sia positivo e quali siano le aspettative.
“Nel futuro dobbiamo ripensare quella che era la nostra sede, una piccola casetta di legno in grado di ospitare fino a una trentina di persone per incontri e anche piccoli ristori; col Covid è diventata però troppo piccola, dunque speriamo con qualche bando di trovare le risorse per un nuovo progetto. Ci piacerebbe poi allargarci come organico, ma trovare altre persone che lavorino con noi non è semplice; la nota positiva però è che in un piccolo paese di 40 abitanti come Cerreto Alpi, negli ultimi 4 anni ci sono state 2 nascite, entrambi figli di nostri soci e questo è già un successo e speriamo un buon segnale per il futuro”.




