Si respira. Le voci di corridoio affermano che non ci sarà il coprifuoco contro il caro energia. Ecco le strategie per ridurre il consumo.
Non sono notizie ufficiali, sia chiaro, si attende il decreto. Tuttavia, l’agenzia di stampa Adnkronos ha diffuso alcuni dettagli che sembrano definiti.
Pare certo che le misure contro il caro energia non saranno drastiche, come succederà in altri Paesi europei.
L’indicazione è quella di ridurre le temperature del riscaldamento di un grado, da 20 a 19 gradi, e di spegnere i termosifoni un’ora prima, sia nelle case che negli uffici, pubblici e privati, con riscaldamento centralizzato.
Insomma, non si torna agli Anni ’70, per ora.
In sintesi: non sono previste al momento misure sullo smartworking per i dipendenti pubblici, né la chiusura del sabato per le scuole. Inoltre, il piano di Cingolani non introduce l’obbligo della riduzione dell’illuminazione, cautele che per ora sono in discussione in vari comuni italiani.

Da oggi saranno ridotti i tempi di illuminazione negli stadi dove si giocano le partite di Serie A. Una notizia data dallo stesso presidente della Lega Lorenzo Casini. Che chiarisce: “è stato stabilito che il lasso di tempo di piena accensione dei sistemi di illuminamento dei terreni di gioco di Serie A sia fissato a un massimo di 4 ore”.
Tradotto: si potrà illuminare il campo, per consentire anche le riprese Tv, un’ora prima se si tratta di gare diurne e 90 minuti prima nel caso delle serali. Si pensa anche a sostituire l’attuale illuminazione con led e installare pannelli fotovoltaici.
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Caro energia, caro prezzi, crescita della disoccupazione, dell’uso di eroina, della delinquenza, uno scenario che ricorda la fine degli Anni ’70.
Le misure ipotizzate contro il caro energia fanno paura. Più del covid. Ed è tutto dire.

Perché il problema del caro energia esiste. E non ci sono ad oggi soluzioni rassicuranti.
Insomma, dopo due anni di sofferenza per la pandemia, la speculazione legata alla guerra contro la Russia smorza l’entusiasmo per l’inizio della nuova stagione.
Lo scenario è grigio e imprevedibile.
Contro il rincaro dei prezzi c’è chi sta pensando di chiudere da lunedì a mercoledì mantenendo il servizio cocktail bar aperto soltanto dal giovedì alla domenica. Tra questi, Paolo Cesareo Moretti, titolare de I Parolai di Siena.





