HomeVinoCensimento aziende vitivinicole italiane: meno aziende ma più grandi

Censimento aziende vitivinicole italiane: meno aziende ma più grandi

Un settore in profonda trasformazione quello delle aziende vitivinicole italiane secondo l’ultimo rapporto pubblicato da Unione Italiana vini e derivato dai dati elaborati da Uiv e provenienti dall’ultimo censimento agricolo Istat 2020.

Le aziende nel nostro paese in vent’anni sono calate di oltre 500.000 unità, ma questo non rispecchia l’andamento della superficie coltivata a vigneti né tantomeno la produzione che anzi è aumentata.

La profonda trasformazione ha fatto sì che oggi siano rimaste all’incirca un terzo delle cantine che c’erano 20 anni fa, ma si tratta di cantine più grandi, più strutturate e più attrezzate per competere con un mercato sempre più globale.

Anche in altri settori è un po’ una caratteristica dell’Italia quella di avere aziende estremamente piccole, ma in questi ultimi anni la tendenza delle aziende è stata quella di strutturarsi e di ingrandirsi, e questo ha sicuramente giovato al settore se è vero che le esportazioni sono cresciute del 165% e il settore vitivinicolo è diventato quello trainante per l’export nel comparto agricolo nazionale.

aziende vitivinicole italiane

“L’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino. La strada è quella giusta, anche se manca ancora molto per avvicinarsi alla superficie media dei nostri principali competitor, come Australia, Usa e Nuova Zelanda o, più vicino a noi, di una Francia che conta una dimensione media per azienda di 5 volte superiore alla nostra” ha detto il presidente UIV Lamberto Frescobaldi commentando il rapporto.

La trasformazione è stata più evidente nelle regioni del centro e del Nord dove la ricerca di una maggiore competitività economica ha favorito il processo di ingrandimento delle aziende che ora arrivano ad essere mediamente di 5,5 ettari in Friuli Venezia Giulia, 4 in Lombardia 3,8 in Veneto e poi a scendere Toscana, Piemonte, e poi tutte le regioni del centro Sud.

Il rapporto fotografa dunque una visione meno romantica del vino italiano e delle sue case produttrici: son sempre meno le piccole aziende famigliari, ma sempre più aziende moderne e funzionali in grado di reggere la competizione con i produttori esteri.

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