Scienza e tecnologia: come cambiano il mondo brassicolo? Dalle ricerche nei laboratori alla stampante per la birra.
Negli ultimi decenni, in tutto il mondo Italia compresa, è in continuo aumento il numero dei piccoli birrifici artigianali: questo è merito soprattutto della scuola di pensiero che porta un numero crescente di nuovi mastri birrai a creare birre originali utilizzando un ventaglio sempre più ampio di materie prime, soprattutto locali.
Il miglioramento qualitativo dell’antica bevanda, che accompagna la storia dell’ uomo da almeno 9mila anni, però non è solo merito dell’inventiva e delle capacità tecniche degli artigiani del settore, ma anche delle più moderne ed innovative tecnologie di produzione e degli studi scientifici che consentono di conoscere le proprietà organolettiche di malti e luppoli da birra.
Lo testimonia il fatto che i Sumeri, l’antica popolazione della Mesopotamia dove, secondo la maggior parte degli studiosi, è stata ‘inventata’ la bevanda, chiamavano la birra ‘sikaru’, ovvero pane liquido: come mostrano alcune raffigurazioni mesopotamiche, infatti, i bevitori di birra utilizzavano delle lunghe cannucce che erano indispensabili per penetrare attraverso lo spesso strato costituito dal mix di cereali e lieviti galleggianti e raggiungere così il liquido depositato sul fondo del contenitore.
Per questo, con ogni probabilità, le antenate delle birre come le conosciamo noi oggi non dovevano essere particolarmente gustose dato che, ovviamente, allora non esistevano i moderni metodi di produzione (come quelli per il filtraggio dei liquidi) che oggi, sempre più spesso, si basano su metodi scientifici per ottenere degli eccellenti risultati dal punto di vista qualitativo.
Oggi, invece, colore, schiuma, zuccheri, malti, luppoli ed ogni componente della birra viene analizzato con grande rigore in modernissimi laboratori, come quelli del CERB di Perugia, il primo centro di ricerca in Italia dedicato all’eccellenza della bevanda: il numeroso team di scienziati che vi lavora infatti svolge analisi proprio con l’obiettivo di migliorarla qualitativamente in tutti i suoi aspetti e stili birrari.
Conoscenze che vengono poi messe a disposizione di birrifici e mastri birrai non solo italiani, i quali, seguendo le numerose e preziose indicazioni sempre più dettagliate, realizzano nuove ricette che consentono di soddisfare i gusti di un numero maggiore di consumatori.
Non solo la scienza però: anche l’innovazione tecnologica sta contribuendo a cambiare il mondo della birra specie negli ultimi anni, nei quali il progresso viaggia sempre più velocemente. Un esempio, in tal senso, arriva dal Belgio dove, in questi giorni, è stato lanciato il prototipo della stampante molecolare per produrre la bevanda.
L’innovativo macchinario, secondo quanto riportato da alcuni media belgi, sarà in grado di produrre diverse varietà di birra, dalle bionde lager e pils alle scure stout e porter passando per le ambrate bitter e mild ale: questo semplicemente utilizzando acqua del rubinetto ed apposite cartucce dotate di diversi aromi artificiali ottenuti da composti chimici studiati e preparati da un team di microbiologi.
La stampante, inoltre, consentirà di rendere la bevanda più o meno fruttata, più o meno amara e anche di variare la percentuale di alcol: questo vuol dire che, come spiegato dalla startup Bar.on ideatrice del progetto, fra le mura domestiche, in poco tempo, si potranno produrre anche delle birre analcoliche.
Secondo quanto riferito dallo staff che ha lavorato al progetto, questa innovazione consentirà di bypassare il processo di fermentazione che, come noto, richiede dei tempi piuttosto lunghi: motivo per il quale, quando sarà messa in vendita, chiunque potrà prodursi la propria birra semplicemente unendo dell’acqua al contenuto delle cartucce, all’interno delle quali sono intrappolati gli aromi, e premendo un tasto.
Se tutto andrà come programmato, la Bar.on testerà il prototipo entro la fine dell’anno: successivamente, verrà proposto a diverse aziende, sia in Europa che negli Stati Uniti, per capire come e se sarà possibile riprodurre su larga scala questa stampante molecolare.
Finora l’azienda è riuscita a raccogliere finanziamenti per un valore di 1,8 milioni di euro, tanto che prevede di aprire un’altra filiale a Bruxelles per continuare a sviluppare l’innovativo macchinario, che avrebbe un impatto positivo anche sull’ambiente: in parte, infatti, sarebbe una risposta alle sempre più importanti problematiche di sostenibilità ambientale collegate al trasporto della birra dal produttore al consumatore.
Come visto, quindi, i futuri sviluppi del mondo della birra si preannunciano molto affascinanti poiché scoperte scientifiche ed innovazioni tecnologiche mettono a disposizione, sia dei birrifici industriali che artigianali, una serie di dati e di metodologie produttive semplicemente inimmaginabili fino a pochi decenni fa.
Queste, inoltre, consentono di ideare, creare e proporre una gamma sempre più ampia di ricette, colori, gusti e aromi: in tal modo, con la loro offerta, i mastri birrai potranno far crescere ulteriormente il numero di appassionati dell’antica bevanda nel mondo.