Arriva dalla Norvegia l’ultima novità riguardo al settore brassicolo birrificio Mack, che lancia la birra a zero emissioni di anidride carbonica.
Sempre più spesso si parla di ecosostenibilità, un tema di grande importanza sia nella produzione alimentare che in quella dei prodotti brassicoli. Proprio riguardo alla birra, bevanda apprezzata in ogni fascia d’età, le scelte dei consumatori, sempre più spesso, ricadono su quelle rispettose dell’ambiente lungo tutta la filiera produttiva.
Come noto, la ricetta base della stessa prevede l’impiego di ingredienti naturali quali l’acqua, il luppolo, il malto, l’orzo e altri cereali. La scelta di produrre con un impatto ambientale ridotto, passa dalla preferenza per prodotti locali, a chilometro zero, coltivati senza l’uso di sostanze chimiche che possono anche essere dannose per la salute umana. La filiera agricola ecosostenibile, relativamente alla birra, senza dubbio è una realtà che deve essere sviluppata sia in Italia che in Europa..

Energia e acqua sono infatti risorse preziose che vanno risparmiate e utilizzate con attenzione garantendo anche una corretta manutenzione degli impianti produttivi in modo tale da evitare sprechi. L’ottimizzazione degli impianti energetici a basso consumo, costituisce un primo fondamentale passo per l’ecosostenibilità del settore birrario: questo avrà un impatto positivo anche sulle finanze dei singoli birrifici.
Un’altra tecnologia di ultima generazione, permette inoltre il recupero dell’anidride carbonica che viene prodotta dalla fermentazione della birra: questo ne consente un secondo impiego, ad esempio nella produzione di altre bibite gassate.
In merito a quest’ultimo tema, un’importante notizia arriva dal birrificio più settentrionale della terra: Mack, l’azienda situata a Balsfjord, nell’estremo nord della Norvegia, infatti catturerà l’anidride carbonica emessa durante i suoi processi produttivi per realizzare bibite, acqua minerale e altra birra.
“Esistono soluzioni tecnologiche che ci consentono di catturare la CO2 e quindi ripulirla prima di riutilizzarla in bibite, birre e altre bevande“. Questo l’annuncio dato alla stampa da Roger Carlsen, amministratore delegato della società, che ha inoltre sottolineato che sarà necessario un investimento da 10 milioni di corone (quasi un milione di euro) per riuscire ad attuare il progetto.

Per questo motivo, il birrificio Mack ha chiesto un importante sostegno finanziario a Norgruppen, un fondo d’ investimento norvegese che punta ad assistere le aziende che garantiscono uno sviluppo sostenibile in diverse parti della filiera produttiva alimentare.
Carlsen ha spiegato: “Durante la fermentazione della birra, viene prodotta una quantità significativa di anidride carbonica, solitamente emessa attraverso il tetto del nostro impianto di produzione. Adesso saremo in grado di fare in modo che non si disperda nell’ambiente e di riutilizzarla“. Questo sarà possibile grazie alle moderne tecnologie messe a punto dalla geotecnologia, la scienza nata dalla fusione degli studi geologici ed ingegneristici.
L’obiettivo è quello di arrivare ad essere un’azienda completamente carbon-free, dopo che nel 2022 il consumo di CO2 sarà vicino alle 1.000 tonnellate annue. “Non abbiamo ancora idea su quante emissioni riusciremo a risparmiare in un anno”, ha aggiunto il manager, “ma di certo, tutta l’anidride carbonica ottenuta durante la produzione della birra sarà più che sufficiente per coprire il fabbisogno delle altre bevande”.

Questo importante investimento, è un’ulteriore dimostrazione di come il rispetto per l’ambiente e l’ecosostenibilità siano tematiche sempre più importanti sia agli occhi dei consumatori di birra che, di conseguenza, dei produttori. Questo modo di fare impresa consente inoltre di sviluppare le economie locali e di offrire birre con un gusto unico, inconfondibile che permette di riscoprire le autentiche tradizioni brassicole dei diversi territori, in Norvegia come in italia.




