“Birra e territori: una bevanda che esprime la cultura di una comunità”. Ecco il nome dello studio che rileva quali siano le birre preferite dagli italiani e di come grazie alla birra si possano individuare le differenze culturali nel territorio.
Dimmi che birra preferisci e ti dirò di dove sei. Già. Una nuova ricerca dell’istituto triestino di statistica SWG delinea i contorni del panorama brassicolo italiano mettendo in evidenza quanto l’antica bevanda sia sempre più apprezzata dagli appassionati, e non solo, del nostro Paese: viene sempre più considerata come sinonimo di artigianalità, convivialità, storia e tradizione.
Lo studio, dal titolo “Birra e territori: una bevanda che esprime la cultura di una comunità”, comprende diverse interviste che, secondo i redattori, possono aiutare, proprio attraverso la birra, ad interpretare le diverse identità culturali presenti sul nostro territorio.
Anche le fasce di età nelle quali è maggiormente apprezzata sono tra loro molto differenti, come sono diverse le competenze in materia: ma sono i giovani, con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni a svettare in testa alla classifica. I dati dicono che un italiano su tre si ritiene “appassionato” o “esperto”: il 50% inoltre si identifica come “consumatore” che beve volentieri il prodotto senza essere particolarmente informato.
Lo studio spiega come la birra venga considerata una bevanda particolarmente adatta alle occasioni informali, espressione di tradizione e simbolo di artigianalità. Al pubblico intervistato è stato chiesto di “pensare alla birra e a quali aggettivi utilizzerebbe per descriverla”: il 63% ha risposto ‘informale’, il 56% ha pensato ai termini “tradizione” e “artigianale” ed il 49% ha pensato alla parola “festa”.
L’analisi prende inoltre in esame i fattori che spingono il pubblico italiano a consumare birra: per quanto riguarda il 54% degli italiani intervistati la birra è “un modo per stare insieme” e il 36% di questi la intende come “una bevanda ideale per i momenti conviviali”.
Parlando della consapevolezza dell’importanza che questo settore riveste per l’economia italiana, quasi la metà degli intervistati (47%) è informato riguardo al fatto che “l’Italia è un importante produttore di birra” e “l’industria” ad essa connessa “contribuisce a creare ricchezza e benessere nel nostro Paese”; il 46% degli italiani, invece, ritiene che la birra sia “espressione di culture e tradizioni locali e regionali”.
Per il 38% del campione “in Italia ci sono importanti coltivazioni di luppolo”. Convinzione errata quest’ultima dato che, considerando tutto il territorio italiano non vi sono più di 60 ettari di colture attive, tra professionali e amatoriali, a fronte di un fabbisogno per la produzione birra italiana di circa 300 ettari.
Ecco infine quali sono i marchi nostrani (anche se quasi tutti ormai di proprietà straniera) più apprezzati dagli italiani: al primo posto, con il 48% delle preferenze, troviamo la birra Moretti, secondo gradino del podio per la Peroni (46%) e medaglia di bronzo per Ichnusa (44%). A seguire Nastro Azzurro (35%), Messina (23%), Poretti (19%), Menabrea (15%) e Castello (6%).
Uno studio sicuramente interessante, che delinea in modo preciso la considerazione dell’antica bevanda al cospetto dei consumatori italiani: l’unico aspetto dubbio, a nostro avviso, riguarda il fatto che, secondo gli intervistati, una delle caratteristiche che li spinge ad apprezzare maggiormente alcune birre è il fatto che sono prodotti artigianali.
Alcuni di questi, probabilmente, come dimostrato da uno studio dell’ istituto Piepoli del quale abbiamo parlato in un articolo, ritiene di acquistare birra artigianale ed invece sta comprando un prodotto che viene commercializzato dai colossi del settore: per questo motivo, il risultato statistico non potrebbe essere del tutto veritiero dato che, in Italia, molto probabilmente, è ancora lunga la strada da percorrere per creare un’autentica cultura diffusa della vera birra artigianale come esiste da secoli in altri Paesi europei.